MilanelloUltima (o quasi) chiamata per Pato. Allegri gli ha riservato la classica lavata di capo, martedì notte a Praga, dopo quel 2 a 2 che ha lasciato lamaro in bocca. «Dovevamo chiudere la sfida» il suo rimpianto in pubblico, in privato sostituito da un vero e proprio cicchetto riservato al brasiliano svampito che ha mancato il 3 a 0 e dato il via, con un tacco inutile e improbabile, alla rimonta dei rivali. «Non ero arrabbiato con lui ma con tutti, anche con me stesso, negli ultimi 5 minuti abbiamo sbagliato troppo» il rammendo davanti ai microfoni per evitare la gogna del brasiliano di famiglia. Che di sicuro, come ha ricordato Ancelotti, ha la cattiva abitudine di assentarsi dalle partite dopo una bella impresa balistica. «Pato è migliorato, la difficoltà è tecnica: per un anno con Leonardo ha giocato da ala, adesso si è spostato al centro» la spiegazione di Allegri fatta apposta per evitargli altri rimproveri. Ma sullargomento è bene presentare qualche obiezione ufficiale ad Allegri e alla vulgata milanista di questi tempi. Ce lhanno tutti con Pato ed è molto singolare visto la sua produzione industriale di gol. Ma poi siamo proprio sicuri che il Milan abbia bisogno non di uno, non di due, ma di tre, di quattro gol addirittura per mettere in cassaforte un viaggio a Praga contro modesti rivali? Via, non raccontiamo favole. È alle spalle di Pato che vanno evitate distrazioni collettive.
A Pato, come è giusto che sia, è stata concessa unaltra prova di appello, oggi a Bologna. Perché Robinho ha il noto contenzioso col gol ma dovrà fare in fretta a mettersi in pari con le critiche interne ed esterne. Perché cè un altro rivale in arrivo, Carlitos Tevez col quale, presumibilmente da gennaio, dovrà fare i conti. Le complicazioni di marca parigina sono state riconosciute ufficialmente dallo stesso Galliani, ieri definito da Allegri «un professore» in fatto di mercato. La minaccia proveniente dal PSG e dallamico Leonardo («gli ho parlato, mi ha confermato linteresse per lattaccante») non hanno fatto perdere il sorriso al vice-Berlusconi. «Il City ha risposto alla mia proposta rifiutando lipotesi del prestito con diritto di riscatto. Tevez sembra deciso a venire da noi e di solito la volontà del calciatore conta: di certo sarà una trattativa lunga e molto difficile da condurre in porto» lo stato dellarte reso da Adriano Galliani. «Il nostro non è uno sgarbo al Milan, se il City non lo darà in prestito al Milan non sarà certo colpa nostra» la frase di Leonardo: ha rotto le uova nel paniere a Galliani ma non vuole che si dica, non sta bene. Il Milan ha la soluzione di riserva: e cioè il pre-accordo con il Catania per Maxi Lopez. A questo punto, per forzare il blocco, il Milan sarà costretto ad anticipare lacquisto a gennaio del 2012. Che Allegri e il Milan siano pronti ad accoglierlo a braccia aperte, è scontato. «Con lui diventeremmo il primo attacco al mondo» lopinione del tecnico livornese da sottoscrivere. Nessun timore per la sua fama di testa calda. «Di solito il Milan riesce a gestirle» la convinzione di Max che fa rima con la sicurezza di avere qualche asso nella manica nella trattativa. «Non credo ci siano problemi di convivenza con Ibra o con gli altri attaccanti» la sicurezza di Allegri, anche lui zero preoccupato dalla concorrenza parigina.
Ma prima di dedicarsi a Tevez e alle altre successive scelte (su Inzaghi, Galliani è stato sibillino: «Deciderà lui cosa vuol fare», come dire via libera nel caso volesse partire per Parma), il Milan ha puntato i riflettori sul viaggio (in treno) a Bologna e sul mini-torneo prima delle vacanze (Bologna appunto, Siena in casa e poi Cagliari) per raccogliere i nove punti che potrebbero riportarlo in cima alla classifica. «Non voglio cali di tensione né rivedere gli errori di Praga» la didascalia preparata dal tecnico che si è riservato anche una battuta su Mazzarri («se ha voluto farsi espellere per caricare il Napoli, è stata una idea geniale...») prima di mettere in chiaro i suoi piani bolognesi.
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