Undici in campo col centrodestra Parte la battaglia per il capolista

Undici in campo per il Moratti bis. Sono i simboli che affiancheranno il nome del sindaco ri-candidato a Palazzo Marino sulla scheda elettorale. Per due alleanze l’incognita sarà sciolta nelle prossime ore, perchè la Destra ha posto l’aut aut: noi o la Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli. Ma oggi alla manifestazione nazionale del partito Francesco Storace dovrebbe confermare il sostegno anche senza l’esclusione dell’estrema destra. É fiducioso il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani, che ieri ha chiuso con la Moratti il quadro delle alleanze. Oltre a Pdl e Lega a sostenere la corsa ci saranno le liste civiche Milano per Moratti (con gli assessori Giovanni Terzi e Mariolina Moioli) e Giovani per Moratti, il «Progetto Milano migliore» dell’ex assessore Edoardo Croci, le liste del Nuovo Psi, Socialdemocratici, Nuova Dc Lombarda, Pensionati e Lavoro. In casa Pdl, verrà sciolto invece «solo dopo il voto del Bilancio in consiglio comunale» il nodo su nomi e capolista. Anche se Mantovani ieri ha ribadito che in linea di principio tutti gli assessori in carica dovranno correre e raccogliere voti. Si attenderà anche di capire i posti a disposizione, entro l’inizio della prossima settimana sarà chiaro se le liste si dovranno accorciare a 48 nomi anche a Milano o si potrà ancora contare su 60 consiglieri.
Ma all’interno del partito si è già acceso lo scontri sul capolista. Non sarà il leader del Pdl Silvio Berlusconi come 5 anni fa (confermato invece il simbolo «Berlusconi per Moratti»). E se nei giorni scorsi è stato indicato come erede naturale il vicesindaco Riccardo De Corato, ieri l’assessore Carlo Masseroli di area Cl ha riaperto la discussione. «È un discorso molto aperto - sostiene - un conto se a fare il capolista sarà un leader nazionale, e sarebbe la scelta più opportuna». Il nome circolato con più insistenza è stato finora quello di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera anche lui di area Cl. Ma «con tutta la stima - prosegue - non sono d’accordo con chi giustifica la scelta di De Corato capolista tenendo conto dei voti di cinque anni fa, tante cose nel frattempo sono cambiate e se il sindaco o il partito non indicano chiaramente che sarà lui il vice in caso di vittoria, allora vanno seguiti altri criteri. In teoria ogni assessore o consigliere uscente potrebbe entrare nella rosa. O si può optare per l’ordine alfabetico. Se non si dice esplicitamente che sarà di nuovo vicesindaco, bisogna partire tutti dai blocchi di partenza». Replica caustica dal vicecoordinatore cittadino del Pdl Marco Osnato: «Ho apprezzato molto Masseroli quando ha parlato di Pgt, meno ora che si avventura sulle liste prima del tempo e sui giornali». L’assessore Maurizio Cadeo, di area larussiana, sostiene che «l’esperienza pluriennale in politica, quella di vicesindaco da 15 anni e i voti presi nel 2006 fanno di De Corato il capolista naturale».
Mantovani congela il tema fino alla chiusura del bilancio. Ieri invece ha sciolto con il segretario regionale della Lega Giancarlo Giorgetti alcuni nodi sulle alleanze nel territorio. Per le Province al voto ha vinto la logica della spartizione, i partiti correranno insieme e Pavia avrà un candidato del Pdl (l’uscente Vittorio Poma) e Mantova un leghista (salvo sorprese, Giovanni Fava).

Un sindaco comune anche per Arcore, Limbiate, Pioltello, Treviglio, ragionamento ancora aperto su Rho e altri comuni. Su Milano, il capogruppo del Carroccio Matteo Salvini si dichiara ancora «a disposizione» ma non si sbilancia sul futuro da vicesindaco: «Chi vivrà vedrà».

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