Unione spaccata, Prc chiede la verifica

(...) Ds e Margherita - che ha sottoscritto l’ordine del giorno della maggioranza col quale si chiedeva l’appoggio dell’intera assemblea al progetto formigoniano. Un «sì» dettato, come specificato poi dal coordinatore-capogruppo diessino Pizzetti, «dal senso di responsabilità dell’opposizione», ma che l’ala estrema dell’Unione non ha apprezzato, chiedendo l’immediata verifica della coalizione. Oltre ad allertare le segreterie romane su quanto accaduto a Milano, e che Prc, Comunisti, Verdi e Italia dei Valori hanno definito senza esitazioni un incomprensibile «inciucio». Di cui però è stato proprio Formigoni a ricordare che «in Lombardia non ce n’è bisogno, così come di una grande coalizione, perchè qui esiste una grande maggioranza».
Quell’Italia dei Valori che oggi, al Pirelli, vedrà il proprio ministro Antonio Di Pietro venire a discutere ciò che il partito ha già bocciato, con un Formigoni più che mai deciso a non fare sconti. «Rimetteremo i puntini sulle i - ha detto il governatore - dicendo quando devono partire e quando concludersi le opere che ci servono». E che si sanno ormai a memoria: BreBeMi, Pedemontana e Tem, su cui l’assessore ai trasporti Cattaneo ha ottenuto ieri l’ok di 11 province durante l’incontro preparatorio al vertice odierno.
Nuove autostrade, ma anche nuova holding, quella che potrebbe nascere scorporando la Lombardia dalla fusione Abertis/Autostrade spa, con quest’ultima cooptata nel progetto regionale insieme ad un forte gruppo locale. «È l’occasione per cominciare a tradurre in concreto gli impegni che il Governo ha assunto - è l’aspettativa di Formigoni -, mi attendo che il ministro Di Pietro sia molto presente sui problemi e sappia dare risposte precise e, soprattutto, quelle che ci aspettiamo. Siamo ottimisti, ma saremo inflessibili se farà un passo indietro».
Anche se qualche paletto, quest’oggi, potrebbe essere proprio la Provincia di Milano a frapporlo, essendo decisa a non partecipare al Comitato per l’Accordo di Programma della BreBeMi. Ma, stagione del dialogo permettendo, è possibile che la mediazione di Formigoni faccia cambiare idea a Penati, del resto assolutamente convinto dell’utilità della holding.


«Su questa partita delle infrastrutture ci giochiamo tutto, guai a fallire» il mònito lanciato ieri dal governatore e indirizzato soprattutto al Governo, «che deve sapere in maniera chiara che, se non tenesse fede ai propri impegni, ne avrebbe conseguenze pesantissime». Per Di Pietro quella di oggi non sarà una visita di piacere.

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