A Stefano Bollani tocca il privilegio di apparire, primo fra i pianisti jazz, nel cartellone sinfonico dellAccademia di Santa Cecilia. Eppure, prima di lui, di pianisti jazz di rilievo e notorietà internazionali lItalia, ed anche Roma, ne ha avuti. Un nome per tutti: Enrico Pieranunzi che non ha mai messo piede nelle stagioni ceciliane. Colpa della divisione per generi che non ha risparmiato neppure grandi compositori come Rota o Morricone. Oggi molte cose sono cambiate. LAccademia programma anche la musica da film di Rota e Morricone e offre a Bollani, star pianistica del momento, di interpretare un classico del cosiddetto jazz «sinfonico», quale viene considerata la Rapsodia in blu per pianoforte e orchestra di Gershwin, scritta inizialmente per due pianoforti. Il programma del concerto sinfonico dellAccademia, diretto dallamericano James Conlon, meriterebbe di essere rovesciato nellordine di pezzi, per esemplificare come andò la lenta emancipazione della musica americana. In principio fu Dvorak (nel programma ceciliano con la nota sinfonia Dal nuovo mondo che ha alimentato lequivoco di uno Dvorak che prende dal repertorio popolare americano, mentre è risaputo che fra le più fascinose melodie della sua sinfonia cosiddetta «americana» la gran parte è inventata dal compositore). Chiamato alla fine dellOttocento dalla natia Boemia a dirigere il Conservatorio di New York, spinse i compositori americani a lasciar perdere di guardare alla musica europea come modello.
Gershwin fu tra i primi, oltreoceano, a incarnare lorgoglio americano, sebbene con qualche aspirazione formale europea; ed Erwin Schulhoff, compositore praghese di cui è in programma la sua Jazz suite, rappresenta una delle tante esemplificazioni dellinflusso che la musica nera ebbe nellOccidente colto.Domani (ore 18), lunedì (ore 21), martedì (ore 19). Info: 06.8082058.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.