Abramo Lincoln trascorreva le vacanze estive nella Casa del Soldato, appena fuori Washington, sopra un ospedale militare e fu lì che trovò l’ispirazione per scrivere il proclama per la liberazione degli schiavi. Altri tempi, altro stile. Barack Obama dopo Ferragosto le passerà in una delle case più lussuose di Martha’s Vineyard, l’isoletta del New England prediletta dai Vip americani e non scriverà nulla. Nessuno glielo rimprovererà. Pare sia stravolto dopo un anno vissuto a velocità supersonica tra la campagna elettorale, la transizione, i primi sette mesi alla Casa Bianca che gli hanno fatto spuntare i primi capelli bianchi. Ma il suo meritato riposo sarà fonte di non pochi pettegolezzi.
Già, perché il presidente progressista ha scelto una reggia in un piccolo paradiso, che al catasto è valutato venti milioni di dollari e, oops, è di proprietà di una coppia di miliardari repubblicani, William e Mollie Van Devender, che non solo non lo hanno in simpatia, ma che durante le ultime elezioni sostennero generosamente John McCain.
In casa del nemico. Ma che casa... una proprietà di 28 acri con piscina, un campo da golf e uno da basket. Dispone di una spiaggia e di un molo privati, a cui è attraccato uno yacht, a disposizione dell’affittuario, e dei kayak. La residenza principale è molto grande, in stile vittoriano, bianca, con ampi salotti, cinque camere e annesse tre foresterie per i collaboratori domestici. Dalla veranda pare si goda una vista meravigliosa sull’oceano.
Il tutto per la modica cifra di 50mila dollari a settimana, circa 35mila euro, a cui vanno aggiunti i costi per la sicurezza. Un’enormità. Il costo, assicurano i portavoce, verrà diviso tra Obama, i servizi segreti e la Casa Bianca, anche se non si sa in quale proporzione. Nessuno potrà accusarlo di abusare del proprio potere, né di accettare inviti di dubbia opportunità come è accaduto a Sarkozy con l’uomo d’affari Vincent Bolloré.
Eppure le polemiche sono già iniziate. È giusto che, in tempi di crisi, con la disoccupazione quasi al 10%, un presidente scelga un alloggio tanto lussuoso? Non poteva optare per una località più discreta e più agevole per la sicurezza? Domande lecite, ma il presidente che ha promesso il cambiamento e vuole essere vicino al popolo, è liberal ed è chic; dunque ama trattarsi bene. La vacanza di Martha’s Vineyard non è un capriccio, ma una consuetudine. Viene qui da tanti anni, prediligendo il villaggetto di Oak Bluffs, dove molti ricchi afroamericani possiedono una proprietà e dove sarebbe tornato volentieri, ma i servizi segreti hanno posto il veto. Zona troppo trafficata, difficile da proteggere.
Quei servizi che oggi rappresentano il suo alibi più forte. Sono settimane, addirittura dalla scorsa primavera, che cercano una sistemazione adeguata. E quando, tra le varie opzioni, hanno proposto la villa dei Van Devender, a Cape Cod, Barack e Michelle hanno detto sì. Per la gioia delle figlie Malia e Sasha e naturalmente del cane Bo.
L’alibi è valido anche se, forse, non solidissimo. Su certi temi l’opinione pubblica americana è ipersensibile. La cena a lume di candela offerta dal presidente a sua moglie a New York costò ai contribuenti americani decine di migliaia di dollari e suscitò l’indignazione del popolo dei blog. Che succederà a fine agosto quando gli americani si renderanno conto dello sfarzo?
Anche Bill e Hillary Clinton nel 1996 andarono a Martha’s Vineyard e furono sommersi dalle critiche, al punto che l’anno successivo incaricarono una società di sondaggi di individuare quale località sarebbe stata accettata dall’opinione
pubblica. E nel 1997 anziché passeggiare sulla sabbia dorata dell’oceano si trovarono a scarpinare ai piedi delle Montagne Rocciose, con berretto e maglia a scacchi. Poco in, ma molto yankee.http://blog.ilgiornale.it/foa
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