Usa, McCain ferma la campagna «Troppo grave la crisi dei mutui»

In Italia, dove le cronache politiche spesso ricorrono a un gergo da iniziati che sottintende unicamente tatticismi, si direbbe che John McCain «ha sparigliato le carte». In America, dove il patriottismo viene sempre un passo prima delle questioni di parte, è lecito parlare di una mossa che guarda soprattutto all’interesse nazionale. La notizia, comunque, è forte: John McCain, candidato alla Casa Bianca del partito repubblicano, ha chiesto a sorpresa il rinvio del primo dibattito pubblico con il suo avversario democratico Barack Obama, fissato per domani. Ha annunciato di voler sospendere la propria campagna elettorale per spostarsi a Washington dove intende partecipare al dibattito al Congresso sul piano contro la crisi finanziaria, e ha proposto al suo avversario di fare altrettanto. Obama, tuttavia ha rifiutato e ha invitato McCain a lavorare a una presa di posizione comune sulla crisi.
McCain ha detto alle televisioni americane di essere convinto che il piano da 700 miliardi di dollari per salvare Wall Street non potrà essere approvato così com’è. Si è quindi rivolto al presidente Bush per chiedergli di convocare i leader di entrambi i partiti politici: «È tempo di unirsi per risolvere questo problema - ha detto il candidato repubblicano -. Sono convinto che alla riapertura dei mercati lunedì avremo raggiunto il consenso sulla legge che ristabilirà la calma sui mercati finanziari».
Tutto questo è avvenuto poche ore prima che Bush si rivolgesse alla nazione con un discorso teletrasmesso (lo ha fatto alle tre del mattino ora italiana) con il quale ha cercato di convincere gli americani che il megapiano della sua amministrazione è la via migliore per risolvere la grave crisi innescata dagli ormai famigerati mutui subprime. «È importante che gli americani comprendano appieno la profondità della crisi e del suo impatto sul Paese e sui cittadini - ha detto il portavoce della Casa Bianca Dana Perino annunciando il discorso -. Credo che tutti debbano ascoltare il messaggio perché stiamo attraversando una crisi dei mercati finanziari che capita una volta ogni secolo. Gli americani sono preoccupati per le loro case, le loro pensioni, i loro risparmi e più saranno le informazioni in loro possesso, meglio sarà».
Intanto, alla presunta vigilia del primo dibattito televisivo tra Barack Obama e John McCain, è guerra dei sondaggi nella corsa alla Casa Bianca. I repubblicani contestano l’affidabilità di un sondaggio di Washington Post e Abc che indica Obama avanti di nove punti su scala nazionale e una nuova rilevazione del network radiofonico Npr offre armi a McCain: il repubblicano risulta leggermente in testa (46% contro il 44 di Obama) nei 14 Stati-chiave che potrebbero decidere le elezioni.

Il sondaggio Washington Post/Abc, che mostra Obama avanti con il 52% contro il 43% di McCain, sembra confermare che il candidato democratico sta guadagnando consensi sulla scia della crisi economica, che viene imputata da buona parte degli elettori all’amministrazione repubblicana. McCain ieri ha mandato allo scoperto il proprio sondaggista capo, Bill MacInturff, che ha contestato la rilevazione, sostenendo che la realtà è di un testa a testa statistico tra i due candidati.

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