Usa-Russia, l’accordo del millennio Berlusconi: «Ci lavoro da 15 anni»

nostro inviato a Washington

Cita l'italiano Enrico Fermi, «il primo a scoprire la possibilità di ricavare energia dall'atomo», ribadisce di aver sempre sperato in un mondo «senza armi nucleari» ed elogia la firma dello Start2 tra Dimitri Medvedev e Barack Obama arrivando a rivolgersi con il «tu» al presidente statunitense nonostante la sede formalissima del «Nuclear security summit». Nel suo intervento in plenaria davanti ai rappresentanti di 47 Paesi, Silvio Berlusconi torna a sottolineare la necessità di una decisa presa di posizione contro la proliferazione degli armamenti atomici. E annuncia la costituzione di un'Agenzia italiana per la sicurezza nucleare, con competenze in campo di protezione fisica degli impianti e dei materiali radioattivi, e una Scuola per la sicurezza nucleare per la formazione di personale proveniente da Paesi emergenti che sempre più si avviano all'utilizzo dell'uranio, ribadendo che l'Italia tornerà alla produzione dell'energia atomica.
Un discorso a braccio nel quale il premier ripercorre la storia recente del nostro Paese. «L'Italia - dice - era all'avanguardia nella costruzione degli impianti nucleari per l'uso civile, tanto che nel '64 avevamo tre centrali completamente funzionanti». Dopo il disastro di Chernobyl, però, «un referendum popolare ha deciso la chiusura e lo smantellamento degli impianti». Ora, «passati 25 anni il mio governo ha potuto approvare un nuovo programma di costruzione di centrali».
Il cuore dell'intervento di Berlusconi è però il «sogno» di un mondo senza armi atomiche. «Ho sempre inseguito come primo obiettivo l'accordo tra Stati Uniti e Russia», dice il premier. D'altra parte, spiega, «io probabilmente qui sono il più vecchio come età e come ruolo politico». «Sono della generazione - aggiunge - che ha vissuto per 50 anni sotto l'incubo della Guerra Fredda e di due arsenali nucleari che potevano ciascuno distruggere dieci volte la popolazione del mondo» visto che «poteva succedere una follia, un incidente o qualcosa che scatenasse questa distruzione». Per questo, «quando ho cominciato a fare politica ho sempre inseguito come prima cosa l'accordo tra le potenze che avevano questi arsenali». Così il Cavaliere ricorda prima il vertice di Napoli del '94, quando «sono stato il primo a invitare Eltsin a Napoli», e poi Pratica di Mare con la creazione del Consiglio Nato-Russia. Infine, aggiunge il premier, «ho avuto la fortuna che Obama e Medvedev si incontrassero a Mosca due giorni prima del G8 dell'Aquila», preannunciando l'accordo sul Trattato Start2.
Berlusconi conclude il suo intervento elogiando la scelta di Obama di convocare il vertice di Washington. Perché, dice, «il problema della preservazione dei materiali radioattivi sarà sempre più grande visto che sempre di più saranno i protagonisti che dispongono di fonti di energia nucleare e materiale atomico». E proprio su questo fronte il governo italiano incassa il plauso della Casa Bianca che «ringrazia l’Italia per aver introdotto nei porti i detector per il materiale radioattivo». Un summit che riserva al Cavaliere anche un piccolo disguido tecnico, visto che terminata la cena di gala di lunedì sera Berlusconi è costretto ad aspettare l'auto che lo deve riaccompagnare all'hotel Willard per quasi 40 minuti, anche se fonti diplomatiche americane parlano di un’attesa di pochi minuti.

Colpa dell'incrociarsi per le vie di Washington dei cortei di 47 capi di Stato che fanno andare in tilt l'organizzazione. Il premier arriva persino a volersela fare a piedi, ma viene prontamente stoppato dal Secret Service statunitense perché è evidente che «sarebbe un problema».

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