Usura, crescono le richieste per il fondo di solidarietà

Nel Lazio versato un milione e mezzo Marino: «Le vittime escono allo scoperto»

Il fondo di solidarietà per le vittime del racket e dell’usura ha versato nel Lazio lo scorso anno oltre 1,5 milioni di euro, 900mila euro in più rispetto alla Lombardia. Il Lazio si posiziona così giusto a ridosso delle roccaforti storiche del pizzo e dell’usura.
Giosuè Marino, lei è il nuovo Commissario antiracket e antiusura. Quanto è realmente grave la situazione?
«Questi dati testimoniano innanzitutto un’importante inversione di tendenza, che vede usurati ed estorti uscire finalmente allo scoperto. Segno che l’impegno profuso in questo senso da parte delle istituzioni e delle fondazioni antiracket e antiusura ha prodotto dei buoni risultati. Detto questo, la somma erogata dal fondo di solidarietà è anche, in una certa misura, un indicatore della presenza di questi reati sul territorio. E va presa nella debita considerazione».
L'usura è come la nicotina: tutti bene o male sanno che fa male eppure sono in molti ancora a cascarci...
«A questo scopo abbiamo promosso diverse campagne d’informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Come, per esempio, il progetto sull’uso responsabile del denaro nel quale sono stati coinvolti quest’anno gli alunni di alcune scuole della capitale. Diversamente dalle sigarette, poi, in questo caso esistono dei validi succedanei. Mi riferisco al fondo di Prevenzione che destina un aiuto economico a chi si trova in una situazione di disagio e, non potendo accedere ai canali di credito tradizionali, corre il pericolo oggettivo di finire nella morsa degli strozzini».
I tassi d’interesse applicati dagli usurai a volte sono clamorosi. In che modo è possibile uscire dal tunnel?
«Per prima cosa i tassi d’interesse variano di volta in volta. Ripoto quello che dice la legge: l’usura è un reato che consiste nel concedere un prestito a un tasso d’interesse superiore al cosiddetto tasso soglia. Ma gli usurai hanno un obbiettivo in comune, che va oltre la semplice remunerazione del credito: approfittare delle condizioni di difficoltà in cui versa l’usurato allo scopo d’impossessarsi della totalità dei suoi averi. L’unico modo che la vittima ha di venirne fuori è quello di sporgere denuncia».
Qual è il rischio di recidiva da parte dell’usurato?
«Il rischio esiste. Per questo è fondamentale proseguire il lavoro di sensibilizzazione portato avanti fin qui».
Parliamo ora di estorsione. In che misura è presente nella capitale?
«ll pizzo è una pratica diffusa laddove la criminalità organizzata è ben radicata. Per questo è verosimile che nel Lazio non abbia assunto proporzioni di particolare rilevo. Tuttavia, provare a fornire una stima sarebbe azzardato. Racket e usura sono due forme di reato sommerse. L’unico parametro che abbiamo per quantificarle è costituito dal volume delle denuncie presentate. Un dato, peraltro, parziale. A ogni modo è in cantiere il progetto d’istituire un osservatorio che, tra i propri compiti, avrà anche quello di approntare un sistema statistico-matematico per misurare l’entità di questi due fenomeni».
In attesa di allora, paradossalmente non ci resta che augurarci che i dati su estorsione e usura assumano proporzioni sempre più allarmanti.

Sarebbe il sintomo di un primo miglioramento.
«In un certo senso è così, ove si consideri che un numero crescente di domande di accesso al fondo di Solidarietà rifletterebbe una più diffusa volontà di denuncia e di mobilitazione».

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