Val Graveglia: paesaggi e ricette che conquistano

Due trattorie fra le cinque più rinomate d’Italia e una tradizione sempre viva di prodotti e sapori

Val Graveglia: paesaggi e ricette che conquistano

Maria Vittoria Cascino

Duemila anime e due trattorie fra le cinque più rinomate d'Italia. Antica Trattoria dei Mosto e La Brinca. Tanto basta per consegnare a Ne, Val Graveglia, il primato d'un'eccellenza culinaria rarefatta e discreta. A scoprire Ne delle cinquanta frazioni seminate in Val Graveglia. Dei cerchi concentrici che acchiappano questa gente di campagna e boschi, terra nelle vene e artigli alle radici. Un cartello piazzato oltre l'imbocco della Valle e l'orizzonte che non è la strada. I castagni a corona, le macchie d'ulivi e la vigna in pendenza. Mulini e l'ultimo frantoio. Gente arroccata. Abitudini mai abbandonate e rituali che sono esorcismi. Nel piatto quello che raccogli e quello che vorresti. Una terra spalmata da metri 68 a quota 1400. Piccoli borghi, piccole case, archi in pietra e sfumature di diaspro rosso. I seccherecci ad asciugare le castagne, il naso nelle cenere calda e la proiezione di quello che fu. Stranezza il primato italiano di una cucina aggrappata alla sua anima. «Ma qui è la nostra forza - spiega Cesare Pesce, il giovane sindaco di Ne -. La nostra economia è basata sull'estrazione del minerale e sull'agricoltura che alimenta la tradizione culinaria. Il trenta per cento sono contadini. Un successo la fiera dell'agricoltura, il consorzio della patata quarantina e dell'olio d'oliva». Altri codici e interpretazioni. Che decantano anche nella biblioteca-rifugio di Conscenti, dove s'incontrano uomini e donne della valle per ritrovarsi nella storia passata e ricomporsi nell'oggi, con un bagaglio gastronomico e agroalimentare da esportare. «Da dieci anni portiamo avanti la valorizzazione della tradizione agricola della vallata - insiste Giuseppe Nobile,assessore al turismo -. Siamo poco più di 2000 anime e contiamo oltre venti tra ristoranti e trattorie. Cui vanno ad aggiungersi agriturismo, Bed&Breakfast e locande. Una politica ambientale che si fa anche con il mercatino di ogni sabato mattina nella piazza del Municipio di Conscenti». Ci sono i contadini di Zerli, Sambuceto, Garibaldo, Prato di Reppia, e Statale. E' la filiera della qualità che si alimenta a ciclo continuo. Sono i ristoratori a convincere i contadini a piantare cavolo nero o borragine. A seminare basilico e raccogliere erbette. A «mettere» la patata quarantina, piccola e bitorzoluta, difficile da pulire,che «non rende». Però. Prodotti che non hanno riscontro sul mercato, ma fanno la differenza sui tavoli di quelle trattorie. Un modello esportato alla Settimana della Cultura Italiana promossa dall'omonimo Istituto di Zurigo. Il «distretto» della Val Graveglia a tavola, rappresentato dall'Antica Trattoria dei Mosto, da La Brinca e da I Barba, affiancati dall'Università di Genova e Gal-Gruppo di azione locale di Marisa Bacigalupo, ha comunicato un modello culturale agro-alimentare della Riviera di Levante. La lingua a tavola declinata nei suoi dialetti «succosi».

Altro tassello a supportare l'eccezionalità di un paese che, avvitato al suo cuore, sa incantare i palati oltre confine. Con i colori e sapori d'un vissuto filtrato di consapevolezza. Assaggiato e ripensato in valore assoluto.

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