La vecchia prof: «Con lei Milano sarà grande»

Gioia Locati

Letizia Moratti l’ha citata nella lettera indirizzata ai milanesi. È lei, la sua vecchia prof di liceo, Luisa Cogliati che le insegnò «la passione per la bellezza della nostra città». E la professoressa Cogliati come ricorda l’alunna Letizia Moratti? «Capiva tutto, aveva i piedi per terra e non si metteva mai in mostra». Per caso la signora - divisa fra una cattedra alla Bocconi e gli atenei di Pavia e Firenze - si trovò a sostituire una collega al Collegio delle Fanciulle, il liceo classico frequentato da Letizia Brichetto Moratti.
«Sono passati quarant’anni - ricorda Luisa Cogliati che è rimasta legata all’ex ragazza con la coda di cavallo ora ministro della pubblica Istruzione -, non è facile conoscere una persona a diciotto anni e stimarla per tutta la vita. Ho riconosciuto nel ministro qualità che a scuola si vedevano già: una grande intelligenza accompagnata da una grande modestia. Poi la capacità di saper ascoltare, di capire chi si ha di fronte e di trarre conclusioni ragionevoli». La professoressa Cogliati considera che sarebbe «una grazia ricevuta avere Letizia come sindaco: è una donna che non fa le cose per mettersi in mostra e quando le fa le fa funzionare. Come oggi non frequenta i salotti mondani, in classe non parlava mai per esibirsi. Era riflessiva e mai prevaricatrice. E poi crede nel valore della cultura».
«Era in gambissima» ricorda Donata Rossi l’ex compagna di banco. «Determinata, di carattere e per nulla aggressiva. Con quel viso d’angelo, capelli biondi, occhi azzurri, ti ingannava. Al contrario io ero una che a parole avrebbe spaccato il mondo ma sotto sotto non avevo la sua forza. Un esempio? Avevamo entrambe un ragazzo in terza liceo. Le nostre storie con i fidanzatini finirono quasi contemporaneamente. Le reazioni: io ero distrutta, mi commiseravo, piangevo tutto il giorno. Lei mi diceva: “Piantala lì, esci”. Oppure: “Studia che ti passa, concentrati su altro”. Stava male anche lei ma reagiva». Che tipo era Letizia? Una bellissima ragazza, alta, bionda e con tanta classe, riferisce Donata Rossi. «Allora non c’erano le veline ma comunque ci si poteva agghindare in modo provocatorio. Lei a scuola si presentava senza trucco, con i capelli legati e la gonna della misura giusta. Non si è mai data arie, per nessun motivo. Un altro esempio: una carissima amica comune era di famiglia povera, Letizia non ha mai “selezionato” chi frequentare, tantomeno i posti: Cortina, Saint Moritz o Portofino. Certo la sua famiglia è quello che è e le vacanze Letizia non le fa sul gommone ma si capisce che posti e oggetti di lusso per lei sono un mezzo non un fine». Donata e Letizia non si sentono più dagli anni dei rispettivi matrimoni, «se ci incontrassimo ora ci faremmo delle gran risate» dice Donata. E Letizia Moratti-sindaco come sarebbe? «Non so esattamente come funzioni la politica, ma se lei fosse libera di agire senza “gabbie” o “ricatti” lavorerebbe alla grande. Penso che le calzi di più il Comune di Milano della Rai. Perché conosce benissimo questa città e perché Milano è un po’ come una gigantesca famiglia. So che è stata anche la prima donna broker e che arrivava per prima in ufficio.

Che altro? È educata: l’ho vista una sera a Porta a Porta, l’hanno mitragliata, la interrompevano continuamente, lei non perdeva le staffe. È lei, mi sono detta, non salottiera, non snob: si esprime sempre con lo stesso tono dolce che aveva al liceo».

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