Vento siberiano: questo freddo rompe i tubi

Nel quadro di crisi generale del mondo del lavoro, passa quasi in sordina il caso di Ecomission a Sestri Ponente, un'oasi verde oscurata dalle criticità delle due grandi realtà industriali limitrofe, Fincantieri e Selex-Elsag. Il progetto di Walter Pilloni, basato sulla mobilità sostenibile di veicoli elettrici a due ruote, appartiene alla cosiddetta Green Economy, un settore in continuo sviluppo che in Italia e soprattutto a Genova vive ancora più di proclami che di fatti. La grande novità è che a partire da quest'estate Ecomission inizierà a sviluppare anche un discorso sulle auto elettriche, ma per adesso i fatti tangibili riguardano ancora le due ruote. I recenti dati Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Acessori) relativi all'anno 2011 hanno classificato EcoJumbo 5000W (il fiore all'occhiello della produzione Ecomission, ndr) al primo posto tra i veicoli elettrici a due ruote venduti in Italia. Una bella soddisfazione per Pilloni ma a breve anche per la città di Genova. Se è vero infatti che fino ad adesso gli scooter di Ecomission venivano prodotti in Cina ed importati a Genova, da marzo la musica inizierà a cambiare con la produzione dei veicoli direttamente a Sestri Ponente. In un periodo in cui le imprese italiane tendono sempre più a delocalizzare il proprio lavoro all'estero, fa sicuramente specie e merita un plauso il caso di Ecomission. «A marzo saremo in grado di produrre 50 scooter al mese 100% made in Genova - ha spiegato Walter Pilloni -. Adesso stiamo sistemando tutte le pratiche burocratiche e svolgendo i test necessari per ottenere tutte le licenze del caso». Aprire una nuova produzione sotto la Lanterna, oltre al prestigio, significa soprattutto nuovi posti di lavoro. «Siamo un settore con un margine di sviluppo enorme perché rappresentiamo il futuro - ha evidenziato Pilloni -. La nostra produzione sarà dai 500 pezzi all'anno in su, e per questo credo che ci sarà posto almeno per una trentina di persone tra tecnici, ingegneri e magazzinieri». Non sarà certo la panacea a tutti i mali del mondo del lavoro genovese, ma sicuramente Ecomission rappresenta un caso interessante che meriterebbe le attenzioni dalle istituzioni locali, che ad oggi non sono ancora arrivate. «L'emblema da parte del Comune è rappresentato dalla colonnina di ricarica di piazza Poch, inaugurata in pompa magna più di un anno fa e lasciata cadere in disgrazia come tutto il progetto Smart City sulla mobilità sostenibile (eccezion fatta per l'altra “grande inaugurazione” delle quattro auto elettriche per i vigili urbani, ndr) - ha ammesso Walter Pilloni -. Ora aspetteremo le prossime elezioni per vedere se ci sarà un'amministrazione sensibile all'argomento, ad oggi l'unico che ha manifestato il suo interesse e ha inserito la mobilità sostenibile nel suo programma è stato Enrico Musso». Se in campo politico prevalgono le orecchie da mercante, la situazione non è più rosea tra gli imprenditori e le grandi associazioni. «Ho cercato in ogni modo di venire in contatto con il presidente della Carige Berneschi, ma non sono mai stato ricevuto - ha confessato il numero uno di Ecomission -. Sono riuscito ad accennare un discorso con Enel mentre con tutti gli altri imprenditori genovesi non c'è stato niente. È curioso il fatto che io non abbia mai chiesto soldi a nessuno, ma solo partecipazione per rendere il progetto più grande». Una bella collaborazione, invece, Pilloni è riuscito a sancirla con l'istituto tecnico superiore Ict Odero di Sestri Ponente. «Ho un accordo con il preside Schettino per usare il suo istituto come serbatoio per Ecomission - ha rivelato l'imprenditore -. Credo che sia un bel segnale anche per il territorio di Sestri sul quale siamo radicati». Un territorio dove nei prossimi anni sorgerà l'importante polo hi-tech degli Erzelli, una ghiotta occasione per fare sinergia lanciando il veicolo elettrico quale mezzo più adatto per raggiungere la collina. «Sarebbe la soluzione ideale collegare la mobilità sostenibile con un polo tecnologico quale gli Erzelli - ha confessato Pilloni -. Ad oggi però non c'è stato alcun contatto in tal senso».
Le novità di Ecomission riguardano invece i continui sviluppi tecnici di EcoJumbo.

Tenendo sempre bloccato il prezzo a 3500 euro (contro i 5000 di media dei veicoli analoghi, ndr) adesso la moto può contare su una nuova modalità che attraverso un pulsante fa passare il motore da «speed» (massima accelerazione) a «economy» (adatta a lunghe tratte), permettendo così un risparmio del 30% di batteria.
La vera «bomba» poi dovrebbe poi arrivare in estate, con la prima auto elettrica di Ecomission.

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