Verdi da far arrossire

(...) La scritta «sex symbol» e lo slogan ««simbolo di piacere» sono riferiti espressamente al profilattico, il cui uso è al centro della campagna promossa dall’Arcigay. E proprio qui sta il punto. «Non dovrebbe essere permessa in spazi istituzionali aperti al pubblico e che possono essere frequentati anche da minori l'affissione di manifesti offensivi del buon gusto quando non addirittura osceni - hanno subito fatto notare i consiglieri regionale del Pdl Gianni Plinio e Matteo Rosso - Un conto è la libertà di espressione, altra cosa è la licenza di provocare. Vogliamo sperare che il buon senso riuscirà a prevalere e che il manifesto dell'Arci Gay sarà quanto prima rimosso». Sì perché il manifesto è stato affisso, ad opera del gruppo dei Verdi che «rivendica» l’azione con tanto di simbolo ben evidente in alto, al primo piano del palazzo della Regone in via Fieschi e sulla parete antistante l'apertura degli ascensori. In un punto dove è impossibile non vederlo.
Per questo motivo Plinio e Rosso hanno subito scritto al presidente dell'assemblea regionale Giacomo Ronzitti «invitandolo a far garantire il decoro e la decenza degli spazi istituzionali del palazzo del consiglio regionale».

Dura la loro posizione sul contenuto del manifesto: «Quanto alle campagne di prevenzione, essendo noi anche medici, ne siamo dei convinti assertori ma proprio perché queste siano davvero efficaci devono essere propagandate in modo adeguato e rispettoso per tutti: altrimenti diventano controproducenti».

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