La retorica nazionale coinvolgerà tutto il paese nei festeggiamenti con relativi sprechi di denaro pubblico per i centocinquanta anni dell'unità previsti per il prossimo anno; chissà perché bisogna festeggiare una serie di atti di prepotenza come l'annessione di stati sovrani senza nemmeno una dichiarazione di guerra, oltre ad altri episodi strani. Ciò premesso si segnala agli appassionati di storia genovese che è appena uscito, fresco di stampa, presso le edizioni Il Cerchio il documentatissimo e pregevole volume degli amici Franco Bampi e Gilberto Oneto dal titolo «L'Insurrezione genovese del 1849 (Il generale La Marmora bombarda e saccheggia la città)».
Dalla scorrevole lettura sono resi noti, con molti particolari inediti, i violenti sistemi adottati dai Savoia per sottomettere Genova grazie alle deprecabili azioni o meglio, crimini di guerra, adottati dal ricordato generale e dai suoi bersaglieri. Nel libro sono descritti i veri fatti sostenuti da relativa documentazione mai soggetti ad approfondimenti da parte della storiografia ufficiale insegnata nelle scuole italiane.
Sono pure menzionati tanti oscuri cittadini che hanno sacrificato la vita nel tentativo di resistere alle prepotenze dei Savoia. Uno di questi, tanto per citare un nome, è Alessandro De Stefanis morto dopo un mese di sofferenze senza cure, a cui è stato dedicato il corso parallelo allo stadio di Marassi. Analogamente a tanti altri eroi e martiri sono state dedicate strade della toponomastica cittadina. Quando gli ignari genovesi, educati alla falsa retorica dalla cultura ufficiale insegnata nelle scuole, percorrono tali strade purtroppo non sanno i motivi della denominazione che sono collegati ad eroici sacrifici, spesso pagati con la vita, per difendere la libertà di Genova dopo i soprusi del Congresso di Vienna del 1815.
Nel libro è anche riportata la lettera di elogio di Vittorio Emanuele II al La Marmora, per le carneficine, gli stupri, i furti ed il sacco della città, in cui è scritto, fra l'altro «
la nostra infelice nazione aprirà finalmente gli occhi
che ella impari ad amare gli onesti (i Savoia) e a odiare questa vile ed infetta razza di canaglia (i genovesi)».
Non ci vogliamo perdere in commenti e considerazioni sui Savoia, ma invitiamo gli appassionati di storia della nostra città e coloro che desiderano approfondire l'argomento ad acquisire un documento di storia locale veramente interessante anche per la bibliografia notevole.
Delle vicende genovesi di vero si sapeva poco, salvo poche note di storici corretti ed informati. Finalmente si è iniziato a fare chiarezza e buona lettura.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.