IL VERO CONFLITTO DI INTERESSI

Il nostro Diego Pistacchi è stato il primo (e per settimane e settimane l’unico) a dare notizia del dossier della Casa della legalità sul presunto conflitto di interessi di Bruno Marchese, marito di Marta Vincenzi. Così come siamo stati gli unici a pubblicare gli interventi in materia delle liste Pigreco e Città Partecipata, che certo non sono di centrodestra, e le interrogazioni di Gianni Plinio e Giorgio Bornacin che ipotizzano addirittura la decadenza di Marta da sindaco. Allo stesso modo, abbiamo raccontato la delicatezza del ruolo di Maurizio Maresca, coordinatore del progetto infrastrutture strategiche del Comune e contemporaneamente membro del consiglio di amministrazione di Impregilo che le infrastrutture le costruisce. Insomma, come al solito non ci siamo fatti mancare nulla. Così come abbiamo seguito e seguiremo con attenzione gli sviluppi della situazione. Fa parte dei doveri della stampa: essere un po’ cani da guardia.
Detto questo, però, diciamo chiaramente che sarebbe sbagliatissimo se il centrodestra puntasse tutta la sua opposizione su questi presunti (e ribadisco presunti) conflitti di interesse. E sarebbe assolutamente controproducente cullarsi nel sogno che la fissazione dell’udienza sull’argomento da parte dei magistrati genovesi sia l’anticamera della decadenza di Marta Vincenzi e di nuove elezioni dove Enrico Musso trionferà. Magari, teoricamente, può anche succedere. Ma, molto più probabilmente, quell’udienza è solo un atto dovuto.
Insomma, un’opposizione che si fermasse a questa roba, a mio parere, sbaglierebbe tutto. Perchè cadrebbe nell’errore speculare a quello del centrosinistra che, per anni, ha urlato ai conflitti di interessi di Silvio Berlusconi, addirittura dopo aver votato in prima lettura, quasi all’unanimità, insieme al centrodestra, una legge che ne definiva i contorni. Intanto, mentre l’allora Ulivo strillava un giorno sì e l’altro pure al conflitto di interessi di Berlusconi, lo stesso Berlusconi parlava di sicurezza, di pensioni, di tasse. Di roba che interessa ai cittadini.
Questo a livello nazionale. Figuriamoci a livello comunale, dove un sindaco è giudicato dalla vivibilità di una città e dalla sua visione strategica e dai grandi progetti e dal rispetto delle idee di tutti e dalle buche nelle strade. Non da vecchie storie di conflitti di interesse. Altrimenti l’unico conflitto sarà quello del centrodestra con i veri interessi dei suoi elettori.

Tutto questo Marta Vincenzi l’ha capito molto bene e le sue prime mosse sono buone: ricostruzione dei rapporti con il mondo cattolico dopo lo scivolone sull’aborto; firma del patto sulla sicurezza che non è merito suo, ma intanto è capitata a lei; ordinanza sulle aree portuali di Voltri per sbloccare le code; persino ricevimento in grande stile, lei sampdoriana, del Genoa.
Allo stesso modo, il centrodestra deve ripartire dalle mille piccole e grandi cose che non vanno a Genova. Su questo c’è interesse al conflitto. Roba diversa dal conflitto di interessi.

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