Un vero lusso cane: per cibi e bellezza spendono come noi

Il business che ruota attorno agli animali cresce del 2% l'anno e non conosce crisi. E quante follie dei padroni...

Un vero lusso cane: per cibi e bellezza spendono come noi

C'è l'albergo di lusso con tanto di piscina a forma di osso. E poi la spa con l'idromassaggio e l'ozonoterapia. Ma ci sono anche gli smalti per le unghie, le camicie aderenti e i ristoranti stellati. Tutti tagliati su misura per far felici gli animali di casa. Il settore del lusso ormai ha conquistato anche loro e il giro d'affari è talmente elevato da far impallidire quello di beni e servizi «umani». Solo in Italia, il mercato dei prodotti per l'alimentazione e il benessere di cani e gatti cresce in media del 2,4 per cento l'anno. E non conosce crisi. Ogni anno per croccantini e scatolette si spendono 1.830 milioni di euro, per un totale di 544mila tonnellate commercializzate, come ha evidenziato il rapporto Assalco­Zoomark 2015 sull'alimentazione e la cura degli animali da compagnia. Molto importanti sono anche le cifre del comparto accessori, che garantisce un fatturato di circa 66 milioni di euro, con un incremento a valore del 3,9 per cento e un aumento a volume del 2,7 per cento rispetto all'anno precedente.

ANIMAL SPA

Non deve quindi stupire come, negli ultimi cinque anni, tutto il settore del «pet care» sia cresciuto del 10 per cento nel nostro Paese, senza risentire minimamente del periodo di recessione. In questo quadro sono proprio prodotti e servizi a cinque stelle ad andare meglio, nonostante prezzi tutt'altro che abbordabili. Basti pensare che alloggiare in un albergo a cinque stelle a misura di animale può costare da 84 a 200 euro a notte (il riferimento è a hotel nati nelle grandi metropoli occidentali). Per una struttura con le stesse caratteristiche, ma tradizionale dal punto di vista dell'accoglienza, ovvero destinata a noi, ce ne vogliono almeno 210. Se invece si passa alla manicure per i cani si scopre che una boccetta di smalto costa otto dollari, il doppio dei quattro che si sborsano per un equivalente «umano» di medio livello. E cosa dire della spa? Se si decide di sottoporre Fido all'agopuntura bisogna spendere circa 50 euro per una seduta, quando un normale percorso benessere per il padrone ne costa solo 40. Se poi si dà un'occhiata al comparto degli abiti e accessori firmati si scopre che i proprietari di cani e gatti sono pronti a fare vere e proprie follie per averli griffati dalla testa alla coda. E così il trasportino di una famosissima maison di moda costa 720 euro. Una borsa per signora, della stessa casa, ne costa 280.Ma perché milioni di persone sentono il bisogno far vivere nel lusso anche gli animali? «La ragione è affettiva - spiega Marco Melosi, presidente di Anmvi e medico veterinario ­. Le persone dimostrano amore verso gli animali ricorrendo ai propri codici di comportamento sociale. Certamente in alcune di loro ci sono forme di compensazione affettiva, solitudine, forme di stress e persino nevrosi. Sono situazioni limite. Comunque il medico veterinario si accorge facilmente se il rapporto con l'animale non è in equilibrio». Perché ricoprirli di attenzioni esagerate non vuole dire sempre fare il loro bene. «Questo eccesso di umanizzazione potrebbe creare in loro un certo disagio - conferma l'esperto ­. L'antropomorfizzazione, anche ammettendo la buona fede del proprietario, può infatti prendere una deriva contraria alle esigenze etologiche. Per questo è sempre importante ricordare il concetto di alterità, cioè il senso di una diversità rispettosa e reciproca. Per noi umani, il superfluo può sembrare necessario, ma per gli animali non lo è mai». Eppure sempre più proprietari sembrano davvero non potere più fare a meno di passeggiare portando il barboncino nella borsa, o trascinandolo in giro per la città sul passeggino.

CIBO DA MASTERCHEF

Alcuni recentemente hanno scoperto anche la manicure per le zampe, e così costringono i loro amici a sopportare vistosi smalti fluo sulle unghie. «Questi eccessi sono senza dubbio delle forme di egoismo e di esibizionismo che di certo non fanno bene agli animali, perché ne contrastano la natura - conferma Clara Palestrini, medico veterinario esperto in comportamento animale dell'Università statale di Milano ­. Bisogna sempre ricordare che a cani e gatti che il cappottino sia firmato non interessa nulla. E che umanizzare eccessivamente gli animali può essere negativo. Perché porta a considerare queste creature come appartenenti a una specie, quella umana, che è a loro estranea. Bisogna quindi sempre mantenere un certo equilibrio: amarli e coccolarli rispettandone la natura». Non tutto il lusso, però, è da demonizzare. In alcuni casi spendere molto per i propri amici significa garantire loro prodotti di qualità. È il caso del settore dell'alimentazione, nel quale è possibile reperire davvero di tutto: dal cibo scadente a quello che permette di tenere cani e gatti in forma smagliante. O di quello del wellness, che propone trattamenti utili per il loro benessere. Come per esempio l'ozonoterapia, che aiuta a mantenere in salute il pelo e la cute. Infine ci sono i cappottini che per alcune razze sono davvero necessari. È il caso dei cani di piccola taglia o di quelli a pelo raso, che risentono più degli altri degli sbalzi di temperatura e hanno bisogno di essere coperti prima della consueta passeggiata. Insomma, non tutto il lusso nuoce. A patto che si conosca la natura degli animali e si rispettino le loro inclinazioni.

PADRONI A LEZIONE

«Ogni specie ha il proprio codice di comportamento - prosegue la docente ­, nel momento in cui tentiamo di modificarlo per il nostro piacere facciamo il male dei nostri amici. Per questo consiglio sempre di approfondire la conoscenza di una determinata specie prima di adottarla, per capire quali siano le sue reali esigenze. Perché è l'uomo che deve adattarsi ai bisogni degli animali, non il contrario». A questo proposito potrebbe essere utile parlare con un medico veterinario prima di adottare un nuovo amico. «Personalmente credo sia la cosa migliore - conclude Melosi ­. Può essere molto utile fare due chiacchiere con uno specialista e spiegargli quale stile e qualità di vita intenda offrire al futuro compagno. Questa abitudine si può riassumere tutta in una formula: possesso responsabile.

Non a caso il ministero della Salute incoraggia iniziative di educazione al corretto rapporto con gli animali da compagnia, nel loro interesse e in quello della società nella quale queste specie sono sempre più numerose. Del resto, chi segue iniziative di formazione fatte dai veterinari ammette che prima di allora non conosceva realmente il mondo dei cani e dei gatti, e neanche il proprio».

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