Anna Astrella
da Roma
Un incontro per illustrare «la situazione di prolungata precarietà nella quale versano i vertici della Rai ed esporre le preoccupazioni che ne derivano». Claudio Petruccioli, presidente della commissione Vigilanza di viale Mazzini, ha incontrato ieri sera il premier Silvio Berlusconi. Un colloquio richiesto dallo stesso Petruccioli anche per segnalare che «la questione della presidenza ha assunto ormai un rilevo tale da giustificare e richiedere limpegno del governo per una soluzione in tempi rapidi».
Intanto il testo unico della radiotelevisione si avvia a diventare legge. Non senza polemiche. È arrivato il via libera definitivo dalle commissioni parlamentari competenti. A questo punto il decreto passerà forse già domani al Consiglio dei ministri, per lapprovazione definitiva e da quel momento il testo unico sarà legge vigente.
La riorganizzazione normativa del settore, prevista dalla legge Gasparri, non ha avuto alle Camere un passaggio indolore. Il centrosinistra ha protestato con la Casa delle libertà per aver inserito nel testo una norma che favorisce Mediaset. Il riferimento è allarticolo 31 che classifica la pay per view come «servizio» e non come «trasmissione tv» e che colloca la tv a pagamento fuori dai tetti antitrust. Un «colpo di mano» secondo lUnione in favore di Mediaset. Le proteste dellUnione - capeggiate da Giuseppe Giulietti e Giorgio Panattoni, deputati della Quercia -, fanno riferimento soprattutto a una sentenza recente della Corte di giustizia europea del Lussemburgo sul «caso Mediakabel». La Corte ha stabilito che un servizio tv a pagamento che riguarda programmi scelti dallemittente e trasmessi in determinati orari «rientra nella nozione di trasmissione televisiva», indipendentemente dal fatto che laccesso sia «condizionato», cioè legato a un codice o a un abbonamento. Questo perché «il pubblico degli abbonati riceve le trasmissioni nello stesso momento» e non a seconda di una richiesta individuale.
Su questo aspetto rincara la dose il commissario dellAutorità per le garanzie nelle Comunicazioni Michele Lauria che ricorda linterpretazione già data dallorganismo sul testo unico della radiotelevisione dove i contenuti trasmessi in pay per view sono definiti «programmi televisivi a tutti gli effetti». Anche Lauria, poi, esprime perplessità sullarticolo 31 e dubita che la norma sia «davvero aderente alle leggi nazionali ed europee».
A difendere il testo Alessio Butti, responsabile informazione di An e relatore della raccolta normativa in commissione Cultura alla Camera: «Le norme sulla pay per view - replica duro - contenute nel Testo Unico sulla radiotelevisione non contrastano con i principi stabiliti a livello europeo che sono assolutamente condivisibili. «Nel pronunciamento del 2 giugno - spiega Butti - la Corte di Giustizia europea ha affermato che sono da considerare rientranti nel campo dazione della direttiva tv senza frontiere le trasmissioni destinate al pubblico, cioè agli utenti ai quali vengono trasmesse le stesse immagini nello stesso momento, e questo a prescindere dal fatto che laccesso sia condizionato attraverso abbonamenti o altri strumenti».
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