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"Vi racconto com’è il corpo di Padre Pio"

Il perito biochimico del Vaticano: "Abbiamo lavorato un mese e mezzo, ma il risultato è davvero soddisfacente". Domani a San Giovanni Rotondo l’ostensione della salma del santo

"Vi racconto com’è  
il corpo di Padre Pio"

Roma - I fedeli che sfileranno davanti all’urna contenente le spoglie di Padre Pio potranno vedere parte delle mani del santo. Per coprire il volto è stata predisposta una maschera di silicone color carne, ma la decisione di applicarla sarà presa solo in queste ore. Lo rivela il settimanale Famiglia Cristiana in edicola domani, pubblicando un’intervista al professor Nazzareno Gabrielli, perito biochimico del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi, che in queste settimane ha continuamente fatto la spola fra Roma e San Giovanni Rotondo per «preparare» il corpo di Padre Pio in vista dell’esposizione ai fedeli. Un’esposizione che, spiega il vescovo Domenico D’Ambrosio, durerà almeno un anno e dunque non si concluderà il prossimo settembre, quarantesimo anniversario della morte, proprio per soddisfare le innumerevoli richieste dei fedeli provenienti da tutto il mondo.

«Il lavoro che abbiamo dovuto svolgere è stato impegnativo, ma il risultato finale è davvero soddisfacente», ha detto Gabrielli, che ha lavorato per un mese e mezzo insieme con gli altri quattro periti. La difficoltà maggiore, racconta, «è stata causata dal fatto che il corpo era molto bagnato. In più di trent’anni di esperienza non mi era mai accaduto, e dunque abbiamo tutti dovuto dare fondo alle nostre conoscenze tecniche per risolvere in breve tempo il problema». Padre Pio venne seppellito in una fossa che era stata intonacata soltanto il giorno precedente e ciò ha creato un microclima in cui l’umidità condensava e rievaporava costantemente, cadendo a pioggia sul corpo, dato che nel corso degli anni la cassa metallica si è ossidata e rotta, e quella di legno ha assorbito tutta l’acqua. Prosegue Gabrielli: «Ci siamo perciò meravigliati quando abbiamo constatato che il corpo non emanava cattivo odore. Nella ricognizione abbiamo riscontrato che i tegumenti sul volto ci sono tutti. Le fosse orbitarie e le pinne nasali ovviamente non si trovano mai, ma i padiglioni auricolari e le labbra li abbiamo trovati. Anche barba e baffi erano in buone condizioni e abbiamo potuto sistemarli bene. Quando è entrato il padre generale dei Cappuccini è rimasto di stucco: ha detto che sembrava stesse dormendo».

Soltanto tre giorni fa è arrivata a San Giovanni Rotondo la sottile maschera di silicone color carne che riproduce le sembianze di Padre Pio e che oggi si deciderà se applicare. Per estrarre Padre Pio dalla cassa e poterlo trattare, è stata svolta una delicata operazione di bloccaggio del corpo con una sorta di «ingessatura» realizzata con bende imbevute di paraffina: «C’è stato innanzitutto un bagno di alcool e formalina ad alta concentrazione, per sterilizzare completamente il corpo e insolubilizzare le proteine. Quindi il corpo è stato avvolto con bende e ovatta impregnata di una soluzione mummificante a base di creosoto, trementina, acido benzoico e altre sostanze. Una volta che il corpo ha assorbito questa soluzione, abbiamo tolto tutte le garze e lo abbiamo ventilato con aria filtrata».

Nella attuale bara, il corpo poggia su un piano di plexiglass forato e rivestito di tessuto. Al di sotto ci sono due contenitori in pvc pieni di gel di silice per la regolazione dell’umidità. Nella teca è stato immesso azoto per evitare reazioni ossidative.


Domattina l’esposizione sarà inaugurata con una messa celebrata dal cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

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