Viaggio a ritroso nella fotografia del ’900

Da Lartigue a Wim Wenders, in mostra le grandi collezioni della Fnac

Un sequel. Se fosse un film sarebbe un sequel, il seguito di una storia avventurosa e seducente che narra il Novecento in tantissimi fotogrammi. Invece è una mostra, di immagini. Tante, circa duecento. Tutte a modo loro attuali: anche se raccontano il passato, servono a spiegare il presente e fanno riflettere su ciò che ci attende. «La Collezione Fnac. Viaggio attraverso un secolo di fotografia», questo il titolo: a Verona, agli Scavi Scaligeri, va in scena il secondo atto di uno spettacolo cominciato nel 2002, un nuovo round per far conoscere al grande pubblico la corposa collezione delle Gallerie Fnac, impossibile da sviluppare in una sola puntata e che, con tutta probabilità, si completerà con una trilogia. Una Guerre Stellari dell’arte che vanta numeri considerevoli: duemila opere raccolte dagli anni Settanta, 105 gallerie in Francia e sparse per il mondo, di cui 5 a Parigi, 6 in Belgio e in Brasile, 9 in Spagna, 4 a Taiwan e 5 in Italia, con spazi dedicati a eventi culturali e workshop a tema con gli autori. Ogni anno, 500 mostre di cui 50 nuove, per diventare, in ogni luogo, un punto di riferimento consolidato di libero scambio tra pubblico e fotografi. La collezione è stata creata con l’intento di sostenere i giovani talenti dell’obiettivo, per il puro gusto di conservazione delle opere. La sua caratteristica è quella di porre sempre sullo stesso piano firme del panorama internazionale e autori meno conosciuti, provenienti dall’Africa, dal Medio Oriente o da Cuba, di cui fino ad ora si era ignorato il talento.
Nel «cast» di questo spettacolo recitano alcuni dei migliori attori del genere: Willy Ronis, Jan Saudek, Mimmo Jodice, Tina Modotti, Jacques-Henri Lartigue. Non ci sono limiti di età, stile, pensiero, linguaggio. C’è l’architettura newyorkese anni Trenta di Berenice Abbot accanto alla Berlino avveniristica di Gabriele Basilico. Ci sono i cani divertenti di Elliott Erwitt e le donne enigmatiche di Man Ray. Le strade deserte, evanescenti di Wim Wenders e i ritratti di Inge Morath o William Klein. E ancora le foto di moda di Pierre Boulat e David Bailey, i reportage di Ferdinando Scianna, i neri di Seydou Keita, i nudi di Ralph Gibson, le ricerche stilistiche di Alain Fleig o la natura di Jean-Pierre Gilson.
A completare l’evento, in contemporanea con la mostra veronese, le 5 gallerie fotografiche Fnac della penisola (Milano, Torino, Genova, Verona e Napoli), ospitano altrettante mostre sempre tratte dalla raccolta dei grandi magazzini francesi.

Un unico grande appuntamento, a cura di Laura Serani, che ripercorre le strade intraprese dai pionieri del clic per arrivare alle avanguardie, indagando le creazioni di professionisti capaci di catturare il tempo, di rappresentare il vero alla maniera di De Nittis o Giovanni Verga, consegnando ai posteri le loro stesse commozioni. Il catalogo, edito da Mazzotta, ha lo stesso titolo di quello precedente: «La fotografia tra storia e poesia». Si replica fino al 2 ottobre.

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