Politica

Vietata la pubblicità di Dolce & Gabbana

Il Comitato di Controllo: "Pur non riportando espliciti riferimenti alla violenza fisica evoca la rappresentazione di un sopruso o l'idea della sopraffazione nei confronti della donna"

Vietata la pubblicità 
di Dolce & Gabbana

Roma - La pubblicità di Dolce & Gabbana, quella che ha fatto tanto scandalo, da ieri è vietata in tutta l'Italia. Lo rende noto il Comitato di controllo, organo deputato dal Codice di Autodisciplina Pubblicitaria a tutelare gli interessi dei cittadini-consumatori. Il 21 febbraio, il Comitato di Controllo aveva emesso una «ingiunzione di desistenza»: l'inserzionista, cioè Dolce & Gabbana, aveva tempo per opporsi e non l'ha fatto, quindi il provvedimento «ha acquisito efficacia di decisione definitiva il 5 marzo, e dovrà essere osservato da tutti i mezzi» del sistema pubblicitario. L'Istituto di Autodisciplina pubblicitaria, proprio perchè sono state tante le richieste di vietare il messaggio (che mostra una donna, bloccata per i polsi, a terra, da un uomo a torso nudo, con altri che assistono alla scena) spiega anche che questo è stato ritenuto «in manifesto contrasto con gli articoli 9 (violenza, volgarità, indecenza) e 10 (convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del codice di autodisciplina.

Il provvedimento (testo consultabile sul sito www.iap.it) sottolinea che la donna «è rappresentata in modo svilente, quale mero oggetto della prevaricazione maschile ha un'espressione alienata, uno sguardo assente, non fa percepire né intesa né complicità» con uno dei tre. Anzi «nell'ambiguità del suo atteggiamento, trasmette l'impossibilità di sottrarsi a ciò che accade, in quanto immobilizzata e sottomessa alla volontà di un uomo, nonché agli sguardi impassibili, ma in qualche modo partecipi e di attesa, degli altri due».

L'immagine «pur non riportando espliciti riferimenti alla violenza fisica» proprio per l'atteggiamento passivo e inerme, «evoca la rappresentazione di un sopruso o l'idea della sopraffazione nei confronti della donna stessa».

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