Paola Setti
Lunico vero urlo, liberatorio dopo unora e mezza di tensione attaccati alla sedia sguardo fisso sul video, è stato alla fine, quando un Silvio Berlusconi a sorpresa ha annunciato: «Aboliremo lIci sulla prima casa». Buuhh seguito da grasse risate, consolatrici per chi, invece, un po sè preoccupato. «La mossa finale è stata un colpo grosso», ammettono gli spiazzati, «ma và, sarà un boomerang» esorcizzano gli altri. Sede della Margherita in via San Lorenzo, la partitissima di ritorno Berlusconi vs Prodi va in onda su un muro bianco. Cè Cinzia, la moglie di Romolo Benvenuto, che protesta: «Mettete Rai Uno, qui cè Ferrara». Mannò, la placano, cè Ferrara ma La7 è la Tv di sinistra. Alle 21 arrivano tutti, si parte: «Silenzio, alé Romano!».
È un popolo pacato, quello della Margherita. Sono in quaranta ma non si sente un fiato, alcuni borbottano, qualche applauso, pochi entusiasti gioiscono: «Sta facendo bella figura persino Prodi, è tutto detto». Perché, ecco, visto da qui il match si conclude con la sconfitta di Berlusconi, chiaro, ma è una «vittoria ai punti» quella di Prodi. Carlo Conenna fa le pagelle. Impietose, dal 5 al 6 per entrambi, la somma fa 64 per Prodi 60,5 per Berlusconi, non un granché vista da sinistra. La prima domanda è su Tommaso Onofri, il bimbo rapito e ucciso in quel di Parma, Francesco Rutelli il leader della Margherita ha accusato Berlusconi di aver fatto troppe leggi per sé e poche per inasprire le pene ai delitti efferati: se la aggiudica Silvio, dice che la sinistra ha usato «ignobilmente la vicenda», Romano replica che si vabbè ma no alla pena di morte: 6 al premier, 5 allo sfidante, qui cè chi si muove nervosamente sulla sedia. Sulle tasse però vince Romano, «Diglielo che non le aumentiamo!», che «la gente si spaventa perché è vero che in passato le abbiamo aumentate», detto da loro. Comunque: «Avevano paura di sbagliare e sono stati troppo prudenti entrambi».
Durante il match Claudio Gustavino tiene le mani sugli occhi come càpita a qualcuno sui rigori allo stadio, un signore in ultima fila si sloga il collo a furia di far sì con la testa quando parla Prodi, in mezzo invece cè un tizio che sbaglia i tempi: annuisce su Berlusconi e dissente su Prodi, mah. Suspence: a un certo punto Marcello Sorgi della Stampa domanda quale barca si debba possedere per esser considerati ricchi e tutti: «Noooo, adesso vedrai che dice la barca di DAlema». Poi il leader dellUnione si lancia in un panegirico delle donne, «fosse governato da loro il Paese sarebbe migliore», epperò non è che gli uomini si schiodino dai posti di potere e infatti cè un pungente Claudio Gustavino che ironizza: «Per questo mettiamo tante donne in lista». Fra una nocciolina e un bicchiere di Coca cola, qui è ammessa alla salute della sinistra che la boicotta, scatta la sindrome di Stoccolma. Son tutti preoccupati: «Ma non vi pare che Silvio non stia bene?». «Non è al suo massimo e mi dispiace» risponde serio Gustavino. Che poi pare tifare un po per il premier, quando osserva: «Sta facendo gli stessi errori di Biasotti, parla troppo di quello che ha fatto e apre troppo poco sul futuro».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.