La Vincenzi promuove il dirigente bocciato

(...) Il caso è quello della nomina di Luigi Picena a dirigente comunale. Ruolo per il quale non aveva passato un concorso interno, restando così «funzionario con posizione organizzativa - cat. D». Ma tra le delibere ferragostane, tra quelle approvate in particolare il 17 agosto, ce n’è una che rimette a posto le cose e autorizza «la stipula di un contratto di lavoro a tempo determinato con il dottor Luigi Picena, di durata pari a quella del mandato elettivo del sindaco in carica». Cioè il «direttore delle divisioni territoriali» per cinque anni, pari tra l’altro al «mandato elettivo», non alla durata della giunta Vincenzi. Perché, se pur in termini puramente teorici, il «mandato elettivo» della Vincenzi è di cinque anni, a prescindere dal fatto che possa dimettersi o essere sfiduciata prima.
Comunque resta la scelta di Picena, bocciato ma promosso sul campo, anzi in giunta. Una scelta perfettamente legittima, visto che il regolamento autorizza l’assunzione a tempo determinato di dirigenti «anche a soggetti esterni all’amministrazione». Così l’ex assessore della Vincenzi si è dimesso il 7 luglio da funzionario comunale ed è diventato un «esterno», potendo così essere assunto come dirigente il 17 agosto. Resta l’aspetto formale, la questione di eleganza, su cui fa perno anche un’interpellanza presentata da Lilli Lauro, consigliere della Lista Biasotti.
L’atto che arriva dai banchi dell’opposizione non usa mezzi termini, cita l’esame fallito da Picena e soprattutto chiede perché la giunta abbia fatto dimettere un funzionario che aveva in casa per riassumerlo da dirigente, anziché affidargli direttamente l’incarico quando era ancora un suo dipendente. L’altra «domanda» rivolta al sindaco è la più cruda e diretta: «Chiediamo di sapere se tale incarico non dia adito al sospetto di aver promosso a dirigente un funzionario non per pubblico concorso, ma per la sua partecipazione alla recente campagna elettorale». Un premio di riconoscenza a un fedelissimo, insomma. Un favore a chi ha fatto per dieci anni l’assessore in Provincia con Marta Vincenzi. Per di più un neo dirigente pagato centomila euro l’anno (49.129 euro di indennità integrativa speciale e 49.900 di retribuzione di posizione) oltre alla «retribuzione di risultato». Cioè quei premi di produzione che spettano ai dirigenti e che, non si nasconde Lilli Lauro, «siamo fermamente convinti, appaiono fin d’ora già scontati». Mezzo milione di euro premi esclusi che la delibera fa mettere a bilancio delle asfittiche casse di Tursi.
A proposito. Ma a cosa serve il nuovo dirigente? A svolgere quel compito, recita testuale la delibera, «attualmente assegnato al dottor Raffaele Gazzari», che però essendo «dirigente responsabile ad interim anche del Gabinetto del sindaco», non può fare tutto. Il lavoro da mezzo milione di euro, in sintesi è quello di coordinare il lavoro dei Municipi. Che da quando non si chiamano più circoscrizioni, sono evidentemente impossibili da gestire per «l’elevato e crescente grado di autonomia gestionale, nonché per l’esigenza di interfacciare e coniugare la dimensione politica con la dimensione tecnica». Cosa in cui Picena è un maestro «per le esperienze politiche e gestionali maturate» proprio in Provincia e come coordinatore nazionale degli assessori provinciali al Lavoro.
Unico passo della delibera che non suona proprio lusinghiero nei confronti del dottor Picena è quello che «considera che non è possibile individuare attualmente all’interno della civica amministrazione, un dirigente in possesso delle adeguate competenze ed esperienze professionali, cui affidare tale incarico in via esclusiva senza rendere vacanti posizioni di lavoro di altrettanta elevata delicatezza e complessità». Cioè finora Picena non era così indispensabile?
Un dubbio che certo non si pongono al Comune della Spezia, dove l’amministrazione non sembra poter fare troppo affidamento sul lavoro dei suoi dipendenti.

Il Comune è stato infatti riconosciuto come il secondo ente locale d’Italia per giornate di lavoro perse: in media oltre 70 l’anno. Una statistica citata dal presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo per dimostrare lo spreco di risorse nel settore pubblico. Quello in cui le nomine a dirigenti si fanno sempre.

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