Pamela DellOrto
da Milano
Alla fine ci sono riusciti. Si sono presi la loro rivincita, i farmacisti italiani. E hanno vinto la guerra del latte in polvere contro i colossi dell'alimentazione per l'infanzia. Grazie a Neolatte, il nuovo latte in polvere che costa quattro volte meno dei «soliti» prodotti italiani (e che finalmente ha raggiunto i prezzi dei Paesi europei). E che in poco più di un anno ha sovvertito le regole del mercato farmaceutico italiano. Da febbraio 2005 sui banchi di oltre 17mila farmacie italiane, il latte per i bebè a prezzi democratici (o meglio, a prezzi europei) ha venduto un milione di confezioni, ha fatto calare fino al 30% i prezzi dei prodotti concorrenti e ha occupato da solo il 18% del mercato. Risultato: ormai prima marca di latte per l'infanzia del Paese, Neolatte ha già fatto risparmiare alle famiglie italiane 15 milioni di euro, 800 euro l'anno per bimbo.
Una vera rivoluzione, portata avanti da Unifarm e Federfarmaco, società di distribuzione e servizi per le farmacie. Trovata l'azienda giusta - la tedesca Topfer -, distribuiscono in modo diretto i prodotti, saltando i passaggi intermedi tradizionali. Per questo Neolatte costa così poco: come spiega la dottoressa Sabrina Moscato, vicepresidente Unifarm, «la qualità del latte è la stessa se non superiore a quella dei prodotti concorrenti, che però costano fino a quattro volte tanto».
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