nostro inviato a Torino
Dice che vorrebbe la pedana come un ring, e per divisa una tuta da donna da Odissea nello spazio. Poi chissà che la scherma non faccia audience da reality. Storie da sogni. Sogni doro di una regina del fioretto, che non sempre si tramutano in sonni doro. «Mi sono detta: passerò una notte tranquilla. E invece il sonno è stato agitatissimo». Margherita Granbassi ha gli occhi che continuano a splendere, come fosse sul podio. Ed anche il sorriso. «È lì, stampato e non se ne vuole andare più». Intreccia le mani con il maestro Magro, il suo tutor sportivo. Ci spiega che quegli occhi dal taglio orientale sono linsieme di una promiscuità genetica. «Mia madre è in parte austriaca, mio nonno paterno è di origine lussemburghese. Si chiamava Niederkorn. Non so come abbia fatto a italianizzarlo in Granbassi». Margherita è una ragazza da copertina. Ora anche nella scherma. E quasi stava per mollare la presa. Racconta: «Dopo loperazione al ginocchio, tante volte ho pensato di smettere. Spesso mi sono abbacchiata: pesavano gli infortuni e lincapacità di fare un salto di qualità. Sono un po autolesionista».
Unico difetto?
«No, cè anche lemozione che tante volte mi ha battuto. Invece stavolta sono riuscita a comportarmi con la tranquillità che ho in allenamento».
Al primo assalto quasi sveniva...
«Ero tesissima, anche il giorno prima, il cuore batteva fortissimo. Ho pensato: qui ci vuole un medico. In gara ho sbagliato pure pedana e mi sono presa unammonizione. Peggio di così... Poi, invece, tutto è stato una magia».
Più che un allenatore serve uno psicologo...
«Ed infatti mi sono affidata al dottor Gatti della federazione: mi ha aiutato a migliorare la concentrazione e lautostima. Anche stavolta ci sono stati momenti in cui mi sono detta: ecco, la solita Margherita che al momento buono cade. Invece ho stretto i denti e ce lho fatta».
Ha smesso di sentirsi terza, dietro Vezzali e Trillini?
«Loro non ha cambiato le cose: ho due compagne che sono fenomeni paranormali, nessuno sport ha in squadra due atlete di questo genere. La vittoria arricchisce me, non impoverisce alcun altro».
La Vezzali aveva una brutta faccia sul podio...
«Sul podio ho pensato solo alla mia felicità e a godermi quel momento. Sono stata egoista. Normale che lei labbia presa male, è tanto abituata a vincere. Ma io ho passato metà della vita a guardare gli altri arrivare in fondo. Finalmente qualcuno ha guardato me».
Ed ora la Granbassi può diventare un personaggio. Vedi lesempio Montano...
«Aldo ha vinto lolimpiade, poi un europeo: le due cose sono compatibili. Limportante è rimanere con i piedi per terra. Il personaggio può servire a far conoscere la scherma».
Montano ha mollato i Carabinieri, lei cè voluta andare. Perché?
«È stata una scelta reciproca. Ci siamo subito piaciuti. Del resto cerano tanti gruppi militari, ma io aspettavavo proprio che i Carabinieri aprissero alle donne dello sport. E nel 2004 mi sono arruolata».
La bellezza è un vantaggio, magari per un futuro in tv. Le ha mai dato problemi?
«Mai. E in quanto al futuro televisivo, bisogna costruirlo. E io sono sempre in ritardo su tutto. Preferirei qualcosa di diverso da un reality: ogni tanto li guardo per ridere un po».
Ha pensato di farsi un regalo per la medaglia?
«Mi piacciono le auto depoca. Voglio comprare una Lancia Fulvia coupè, quella in versione rally».
Interessi e hobbies?
«Amo gli sport individuali: equitazione, tennis, sci. Non guardo il calcio, ma ho conosciuto Del Piero: mi ha regalato la maglia, io il fioretto. Ascolto ogni tipo di musica: nel mio I.pod ho 15mila canzoni. Mi gusto la cucina: mangiare più che fare. Una triestina come me preferisce i piatti di pesce. E gli spaghetti alla busara, tipico delle nostre parti, a base di scampi e gamberi».
Cè qualcosa che non le piace della scherma?
«Le dico cosa mi piace: la sua tradizione. Le dico cosa non mi piace: il tradizionalismo delle divise.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.