(...) con professionalità, serenità e indipendenza, ti consente di arrivare con gli occhi e con la testa dove pochi possono arrivare. Nell'interesse di chi? Ma ovviamente prima di tutto nell'interesse del nostro mestiere di informare, scoprire, selezionare notizie e personaggi. La mia, ahimè lunghissima militanza nei quotidiani genovesi e liguri e non solo in quelli, mi ha consentito di "stare di vedetta" continuamente e di vedere la nascita, la maturazione, lo sviluppo, la decadenza di tanti di quei personaggi che riempirei un elenco telefonico e mi preoccuperei anche molto per gli esiti di tante carriere. Ho seguito i primi balbettii di SuperMarta e di SuperClaudio, giovani assessori comunali dei primi anni Ottanta, prima Repubblica, giunte rosse all'apogeo... e parliamo di trenta anni fa... e siamo sempre lì.... dopo la Prima, la Seconda e la Terza Repubblica....
La Marta diventata Ipazia e Claudio (hanno ambedue perso il Super e non per il prezzo della benzina) diventato Governatore di tutte le Gallie.
Ecco come nasce la storia di Enrico Musso. Nel 2007, appostato su quella torretta di osservazione e chiedendomi cosa si poteva mai muovere per far innovare un po' la politica e la amministrazione alla vigilia delle elezioni Comunali (nella tornata precedente Forza Italia per Genova aveva candidato Rinaldo Magnani, grande personaggio arrivato quasi alla fine della sua strepitosa carriera politica-amministrativa).
Tra i collaboratori di Repubblica, di cui ero caporedattore già da una quindicina di anni (anche io, quindi da rinnovare ancor più dei politici), c'era, appunto, il professor Enrico Musso che scriveva ottimi articoli sulla politica dei trasporti. Un giorno lo chiamai e gli chiesi se gli sarebbe piaciuto far politica. Mi rispose di sì e che l'aveva già fatta in tenera età nell'allora Pli. «Allora ti faccio scrivere qualche articolo che non sia solo di infrastrutture e trasporti e vediamo che succede» - gli dissi, senza sapere neppure io dove volevo andare a parare -. E così facemmo. Musso era tanto bravo anche sugli altri argomenti più civici che mi convinsi che avrebbe potuto dare una mano alla ingessata classe politica. Ma con chi e da che parte? Non era un mio problema: speravo che qualche talent scout degli allora Ds o di Forza Italia o di chissà chi altro «vedesse» quel quarantenne brillante già in bicicletta.
Ma erano tutti troppo impegnati nelle loro strategie e nella perpetuazione delle loro carriere in secula seculorum e allora lo segnalai io. Ovviamente incominciai (e qui Biasotti ha un po' ragione) all'allora Ds dove dall'Europa stava per abbattersi il ciclone Marta.
Feci il suo nome, raccolsi compunti segni di educata attenzione, ma nessuno andò oltre. Tengo per me i nomi dei miei interlocutori di allora, tutti ancora alla ribalta e con quale permanente prosopopea!
Dopo qualche tempo Claudio Scajola, che conosco da quando eravamo ragazzini e che allora seguiva un po' di più di oggi le vicende comunali genovesi, mi telefonò da Imperia, città spesso così lontana da Genova. «Per le comunali genovesi quest'anno voglio cambiare. Basta con i vecchi schemi, con le candidature stagionate. Me la voglio giocare con i giovani. Perdere per perdere, incominciamo a innovare - mi disse e quella era già una notizia - Ma non conosco il terreno locale. Segnalami tre giovani tra i 35 e i 45 anni, fammi questo favore».
Quella spinta a cambiare mi pareva un bel segno, che magari muoveva qualcosa alla vista della mia torretta, dove stavo sempre più sconsolato. E così segnalai Enrico Musso ed altri due giovani trentacinquenni, professionisti e imprenditori, ben esterni alla politica. Non ne seppi più nulla. Dopo una quarantina di giorni Scajola mi telefonò all'improvviso: «Volevo dirti che ho scelto Musso, sarà lui il nostro candidato».
La storia, oggi tanto «centrale» e in parte lacerante nella Destra del senatore, è incominciata così. Per me e per il mio giornale anche con uno scoop improvviso. Il resto lo conosci meglio di me.
Potrei confessare che mi è capitato di segnalare per pura passione civile altri nomi di possibili «candidati» alla politica e di avere anche riunito in appassionanti riunioni gruppi di giovani, ventenni/trentenni, sperando di aizzarli a impegnarsi in un rinnovamento che procede con la lentezza che vediamo e con gli esiti che questa campagna elettorale sta mettendo clamorosamente in luce. Ma questo è un altro capitolo.
Grazie per l'ospitalità e un abbraccio.
*già caporedattore La Repubblica Genova
e redattore de il Giornale Genova
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