«Questinchiesta metterà le autorità di fronte a una realtà nota, ma colpevolmente sottovalutata. Una situazione ormai pericolosamente fuori controllo». Il presidente di An Gianfranco Fini torna al suo primo amore, il giornalismo, per documentare lagghiacciante emergenza dei campi rom. Che nella capitale ha ormai scalzato traffico e casa, diventando di gran lunga la numero uno, lincubo dei romani. Un film dellorrore presentato in prima assoluta ieri in unelisuperficie della Magliana e realizzato sorvolando in elicottero la capitale. Nel mirino le zone del degrado, dove insistono campi e baraccopoli abusive. In pratica mezza città. Per ora.
A bordo di un Ecureuil «As 355», Fini e il deputato Fabio Rampelli (il regista) hanno setacciato la capitale per oltre unora e mezza raccogliendo materiale da aggiungere allinchiesta. Nel video, martellato dalle note di Pulp Fiction e dallo slogan «città sicura» ripetuto da Veltroni, scorrono le immagini dei campi nomadi ripresi dallalto.
Si snocciolano le cifre, cominciando dai numeri relativi alle presenze autorizzate e quelle effettive: Tor di Quinto (231 autorizzati e 540 effettivi), Salone (700 e 1100), La Barbuta (250 e 700), Tor de Cenci (229 e 490), Monachina (57 e 250). Poi tocca a baraccopoli e insediamenti abusivi: Altamira, Castel Giubileo, Casal de Pazzi, Messidoro, Palmiro Togliatti, viale Marconi e Valle dei Casali Newton. Quelli monitorati dallinchiesta, si spiega nel video, sono solo il 20 per cento di quelli esistenti. E a proposito vengono citati 30 campi attrezzati e 41 insediamenti abusivi.
«Linchiesta di Alleanza nazionale - annuncia Rampelli - è un importante contributo che offriremo al prefetto e al sindaco con lintenzione di riconquistare spazi della città che sono diventati luoghi dellinsicurezza, zone franche dove la gente non si sente più sicura». «Il degrado comporta laumento dellallarme sociale e laumento di episodi di criminalità - aggiunge Fini -; diversamente dalle stime ufficiali, che censiscono 6mila rom nei campi-sosta autorizzati, sarebbero almeno 15-18mila quelli presenti nella capitale. Una realtà sulla quale non si possono chiudere gli occhi. Pensare di cavarsela con generici interventi di solidarietà non basta, anzi peggiora la situazione. Anche perché non far nulla davanti al degrado significa alimentare la xenofobia. E se la gente vede che lo Stato non fa nulla aumenta la voglia di farsi giustizia da soli».
Saranno pure scappati i buoi, ma un ultimo appello al primo cittadino conviene comunque farlo. «Il sindaco ha potere di intervento maggiore del mio. Che cosa aspetta allora a chiedere al prefetto di bonificare questo scempio? - chiude il presidente di An -.
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