Voltagabbana, De Magistris bloccò i fondi ma ora che è diventato sindaco li rivuole

In gennaio all’europarlamento pur di boicottare il governo riuscì a far approvare una risoluzione in cui chiedeva di congelare 145 milioni per l’emergenza rifiuti in Campania. Adesso come sindaco si batte per riaverli. Mentre la Ue minaccia sanzioni

Voltagabbana, De Magistris bloccò i fondi 
ma ora che è diventato sindaco li rivuole

Acrobazie napoletane. Sca­duti ormai i famosi «cinque giorni di De Magistris», ovve­ro il termine entro il quale l’ex pm aveva promesso di ri­solvere l’emergenza rifiuti nella città partenopea, è or­mai scattato il tempo delle lamentele a tutto campo, delle nuove spericolate pro­messe («porterò la differen­ziata al 70% entro l’anno»), dello scaricabarile in dire­zione del governo, dei deci­bel in libertà con cui deviare l’attenzione generale e sfug­g­ire alle proprie responsabi­lità accreditando la tesi di una sorta di complotto antinapoletano. Purtroppo, però, le pro­messe del « sindaco- spazzi­no » - proprio ieri mattina con un colpo di teatro è sali­to all’alba su un camion per la raccolta dell’immondi­zia - sono destinate a infran­gersi contro una realtà che rischia di complicarsi gior­no dopo giorno. Ieri, infat­ti, è arrivato un nuovo pe­santissimo richiamo da par­te dell’Europa che ha pa­ventato «sanzioni pecunia­rie » se non ci sarà un cam­bio di passo. «Le autorità italiane non hanno ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione defi­nitiva al problema», ha det­to il commissario Ue all’Am­biente Janez Potocnik. A meno di un cambio di rotta, la Commissione avrà «poca scelta se non quella di pro­seguire con la procedura d’infrazione». Una vera mazzata per il neosindaco che alcuni giorni fa aveva annunciato un’imminente missione a Bruxelles per cercare di ottenere almeno uno sblocco parziale dei 145 milioni del Piano regio­nale. Impresa resa ancora più ardua dalla sua decisio­ne di fermare la costruzio­ne del termovalorizzatore di Napoli Est. Il paradosso è che, nel gio­co delle demagogie incro­ciate e dell’opposizione a testa bassa contro il gover­no messa in campo a Stra­sburgo, il parlamentare eu­ropeo Luigi De Magistris (obbligato a dare le dimis­sioni per l’incompatibilità con il ruolo di sindaco) si trova a battagliare contro se stesso e a smentire le sue azioni recenti. Come ricor­da la presidente della com­missione per le Petizioni, Erminia Mazzoni, il 26 gen­naio di quest’anno fu pro­prio l’ex pm a presentare al parlamento europeo una ri­soluzione con cui chiedeva alla Commissione di eserci­tare la massima durezza e bloccare i fondi per Campa­nia e Napoli fino a quando Bruxelles non avesse avuto prove certe sull’esistenza di un piano rifiuti confor­me alle norme. Quali fon­di? Esattamente quei 145 milioni che ora cerca fatico­samente di riottenere. Una richiesta che ottenne 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astenuti. Bocciati anche i 17 emendamenti «mitiga­tori » presentati da 40 depu­tati del Ppe, tutti italiani. Indimenticabili anche le parole di giubilo dettate do­po quel voto. «Il Parlamen­to ha approvato la risoluzio­ne di cui sono stato primo firmatario e per la quale mi sono impegnato lungamen­te. L’Europa boccia inequi­vocabilmente la politica berlusconiana fatta di sub­dole e infinite emergenze e della militarizzazione del territorio e dice no allo sper­pero dei fondi comunitari, utilizzati solo per ingrassa­re cricche e comitati d’affa­ri ». Niente male. «Evidentemente De Magi­stris deve soffrire di una sin­drome da doppia personali­tà - commenta la Mazzoni - . Purtroppo non si governa a prescindere dalla realtà e oggi il sindaco si ritrova a invocare l’aiuto di Berlusco­ni e a chiedere a Bruxelles ciò che pochi mesi fa cerca­va di bloccare pur di avere un manifesto antiberlusco­niano da esporre». Peral­tro, mentre i napoletani af­frontano l’emergenza esco­no nuovi elementi sulla sen­tenza che blocca il trasferi­mento di rifiuti fuori regio­ne. Il ricorso l’ha presenta­to, infatti, la società Italca­ve, diffidata dalla Regione Puglia dal ricevere carichi non conformi al protocollo firmato con la Regione Campania. Una decisione rivendicata dall’assessore pugliese Lorenzo Nicastro che si è spinto fino a dare ragione alla Lega.

«Se Cal­deroli si preoccupa del tra­sporto in condizioni di sicu­rezza, di come la spazzatu­ra parte e arriva, delle mo­dalità che garantiscono igiene ai cittadini, non pos­so che essere d’accordo con lui». Come dire che per De Magistris si profilano tempi davvero duri.

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