E' una rotta diventata famosa per gli sbarchi dei profughi albanesi sulle nostre coste, negli ormai lontani anni Novanta. Ora, però, quel tratto di mare è stato percorso a nuoto da un italiano specializzato in grandi imprese in segno di fratellanza verso il popolo albanese. Il nome dell' «iron man» capace di sfidare l'Adriativo in solitaria è Massimo Voltolina. E' lui il temerario che ha portato a termine con successo la traversata a nuoto no stop del mare Adriatico da Otranto a Valona. Partito da Punta Palascia il 4 settembre scorso alle ore 14.26, Voltolina è giunto a Valona il 5 settembre alle ore 14.10 dopo 23 ore e 44 minuti. Il parmigiano, già protagonista della traversata a nuoto dello Stretto della Manica, ha nuotato per circa 85 km in mare aperto. Una impresa, la sua, resa ancora più complicata nelle ultime ore di traversata dal mare particolarmente mosso. L'evento è stato promosso dalla Onlus «Learn to be free» presieduta da Irene Pivetti con il supporto della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Ad accogliere Voltolina a Valona c'era il viceministro dello sport e della cultura albanese. L'italiano farà rientro in Italia nel pomeriggio di oggi su una nave della Marina Militare.
Voltolina non è nuovo alle grandi imprese. Cinque anni fa ha attraversato a nuoto lo stretto della Manica, senza alcun supporto esterno. In questo caso, però, la prova di resistenza del nuotatore parmense, specialista di thriatlon, va oltre lo sport e si «immerge» nell' amicizia e nella solidarietà, rimarcando il legame tra Puglia e Albania, dopo la settimana dedicata al ventennale dello sbarco della Vlora.
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