da Roma
L'idea è mia; no, mia. L'ho avuta prima io; no, io. E via di questo passo. La verità è che in tv, ormai, non s'inventa più nulla. E l'idea di Votantonio - il format conteso tra Paolo Bonolis e Fabio Canino, il cui titolo è un tormentone di Totò - non l'ha inventata nessuno dei due. E neppure la tv inglese che lo lanciò dieci anni fa, col titolo Vote for me. No: anche quest'idea di dar voce alle trovate più bizzarre e strampalate, per risolvere i problemi più seri ed annosi, l'ebbe vent'anni fa lui, sempre lui. Enzo Tortora. Ecco, è il mitico Portobello il progenitore di Votantonio, da lunedì in prima serata su Raidue.
Intanto però la paternità dello show se la contendono la Einstein Multimedia (che lo produce con la Rai) e Paolo Bonolis con l'agente Lucio Presta (che dichiarano d'averla a suo tempo depositata da un notaio). La spiegazione, nelle parole di Andrea Olcese della Einstein: «Nel 2005 acquistammo il format inglese proponendolo a Bonolis. Ma lui ci pregò di aspettare fino all'autunno 2008. Siccome tutti noi abbiamo dei figli da mantenere, si è deciso di realizzarlo prima con Canino. L'idea di Bonolis è inedita e depositata con procedura un po' anomala da un notaio; la nostra invece nasce da uno show già andato in onda, e il cui titolo italiano - Votantonio - è regolarmente registrato dal 2005 all'ufficio brevetti». La risposta di Bonolis, per bocca di Presta, è stata: «Noi avevamo presentato l'idea a Mediaset molto prima di loro, nel 2000, testimone Piersilvio Berlusconi. Poi un anno fa il presidente della Einstein, Luca Josi, la ripropose a Mediaset; io gli feci notare che arrivava secondo, e che comunque Mediaset non l'avrebbe realizzata in periodo elettorale, per la sua natura parapolitica. Allora gli proposi di aspettare fino al 2008. Ma lui ha preferito rivolgersi a Canino».
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