Caro direttore,
è o non è tempo di di parlar chiaro in vista del futuro Pdl? Mi riferisco ai rapporti Fini-Berlusconi. Dice, Fini, che fra loro non c'è contrasto ma solo differenza di sensibilità politica: apprezzo l'ammissione di Fini. Insospettisce un po', però, egli ne converrà di sicuro, la sua chiusura rispetto alla ipotesi prospettata da Berlusconi di ritenere sufficiente il voto dei capigruppo in fatto di lavori parlamentari. Basta farsi pochi e semplici ragionamenti per capire quanto, invece, la proposta di Berlusconi fosse sostanziale eticamente, utile socialmente e strategica politicamente:
a) Una simile soluzione ridurrebbe di gran lunga i tempi del fare in parlamento e, quindi, imprimerebbe una notevolissima accelerazione alle pratiche delle decisioni prese, a complessivo beneficio della comunità nazionale, se non altro perché essa paga i propri rappresentanti profumatamente perché facciano, non per baloccarsi, darsi delle arie e darci in cambio aria fritta.
b) Una simile soluzione non vieterebbe ad alcuno, parlamentare, di recarsi in aula in sede di votazione e dare voto contrario rispetto alla propria coalizione, dimostrando così coerenza, onestà intellettuale e glasnost, senza nascondersi dietro la maschera dei franchi tiratori.
c) Una simile soluzione sarebbe l'ideale anche come esempio di educazione civica e sociale alla popolazione italiana, perché ci eviterebbe finalmente di assistere al miserabile spettacolo che solitamente il «mercato di buoi», come Barbareschi ha definito l'ambito dei lavori parlamentari, dà di sé con scene teletrasmesse per le quali sarebbe opportuno esporre sul video il bollino rosso.
d) Una simile soluzione eviterebbe dannosi quanto stupidi esibizionismi dei singoli, utili soltanto per guadagnare le luci della ribalta - e qui casca l'asino di sicuro - , giacché i politici farebbero bene a chiarirsi vicendevolmente prima, per coalizione, in casa propria, al riparo dagli obiettivi e dai microfoni che ogni volta, quando poi non sta loro bene, non mancano di definire malevoli e in cattiva fede. Troppo tardi, ahimè.
e) Una simile soluzione, infine ma non per ultimo, costringerebbe i nostri rappresentanti a dimostrare praticamente al proprio elettorato cosa fanno per esso in soldoni, facendo vedere realmente finanche il proprio attaccamento per il territorio di appartenenza.
Caro Salvatore, sono daccordo con lei che la proposta di Berlusconi solleva un problema reale: quello di un Parlamento che ormai è inadeguato nei tempi e nelle forme rispetto alle esigenze della società moderna. Occorre rivederne i regolamenti e i modi di funzionamento delle Camere, anche se la soluzione di far votare solo i capigruppo mi pare impraticabile.
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