Da Waterloo a Sant’Elena seguendo il volo di un coleottero

La disfatta in Belgio e l’esilio nella sperduta isoletta narrati da un intraprendente entomologo. E «riproposti» da un suo collega contemporaneo. Una storia a cavallo fra autentica fiction e storia romanzata...

Sembra che il verbo di stampo giovanilistico «sgamare», in luogo di «comprendere, intuire qualche cosa di dissimulato» (e quindi, in senso lato, «smascherare»), derivi dall’antico francese sgamé, nel senso di «nudo», «svelato», «spiegato». Nell’argot basso medievale dei secoli XII e XIII, sgamé assunse il significato di «ragionamento rivelatore» ma anche, per estensione figurata, di «chiave», o «marchingegno». Ebbene (e veniamo al punto): se vorrete sgamer o «sgamare» l’arcano di questo Memorie di un entomologo al seguito di Napoleone (Fiorina Edizioni, pagg. 158, euro 12) andate subito a pagina 155 per vedere e leggere il «calligramma conclusivo». Sappiate però che, così facendo, vi perderete il gusto di una piacevole lettura. E sappiate anche che per sgamer il tutto possono bastare poche pagine. Provare per credere...
Insomma. La vicenda è presto detta. Il curatore del volumetto, Giovanni Fassio, entomologo dilettante, trova in Francia, nel negozio di un antiquario, un manoscritto. Sono, per l’appunto, le memorie, scritte in latino, di tale Maurice Rémond. Fassio affida all’amico Giovanni Biancardi la traduzione del documento. Infine il testo viene sottoposto per una revisione ad Alain Pigeard, il maggiore esperto francese delle battaglie di Napoleone. Il clou drammatico della narrazione del buon Rémond, infatti, è il disastro di Waterloo, cui egli partecipò in veste di portaordini. Nato nel settembre 1792, Maurice visse la Rivoluzione prima da infante e poi da bimbetto. Si «perse» quindi una bella fetta di storia di Francia. Ma si rifece quando riuscì, grazie alla passione per gli insetti, a trovare un aggancio con il generale Dejean, anch’egli fervente entomologo. Da allora, la sua vita svoltò. Una curva pericolosa, certo, che infatti portò al «frontale» su quella maledetta piana del Belgio, capolinea della gloria napoleonica. Ma anche una curva dietro la quale Maurice vide aprirsi nuovi panorami.
Panorami anche esotici visto che, dopo l’esilio, passo obbligatorio per un fedelissimo dell’Imperatore, il buon Maurice s’affida nuovamente a coleotteri e farfalle per forzare la mano alla storia. Ottiene un’influentissima raccomandazione presso un professore del British Museum per mezzo della quale riuscirà addirittura a... tornare dal suo Imperatore, confinato a Sant’Elena. Ma quando già starete pensando, giunti a questo punto della narrazione (che forse avrete già «sgamato»...) che le vie dell’entomologia sono infinite, sarete vicinissimi a un nuovo colpo di scena. Perché lo scaltro Maurice Rémond, personaggio molto francese, che sembra un bozzetto alla Hugo o alla Maupassant, non si è sobbarcato il viaggio fino alla sperduta isoletta soltanto per disegnare un mediocre ritratto di Napoleone. Il suo Imperatore, Maurice lo vuole immortalare in un modo ben più innovativo... Non vi sveliamo quale. Diciamo soltanto che il nostro piccolo eroe riuscirà nell’impresa.
Il curatore Fassio, poi, non sa resistere alla tentazione di integrare le memorie del protagonista.

E allora tutta l’architettura della vicenda potrà essere «sgamata» anche dal più ingenuo dei lettori. Magari con l’aiuto del calligramma finale.

P.S. L’etimologia che abbiamo proposto all’inizio è assolutamente falsa. Ma ci serviva per non farci «sgamare» e per iniziare il pezzo.

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