Di certo in privato sono tutto fuorché diplomatici. Portinaie piuttosto con tutto il rispetto per la categoria. Pettegoli con la feluca. Sembrano chiacchiere da Grande fratello, quelle a cui si abbandonano gli stimati rappresentanti della negoziazione internazionale, gli uomini a cui il mondo ha consegnato la propria salvezza, cazzeggi da bar sport. Silvio Berlusconi, infatti, ci ride sopra. Ha appena saputo che cosa c’è nei documenti rivelati da Wikileaks. Le dice Elisabeth Dibble incaricata d’affari americana a Roma. Lei dice di aver capito perché il premier è «fisicamente e politicamente debole» oltre che «incapace, vanitoso e inefficace come moderno leader europeo». Perché? Per «le frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza». Poi quel giudizio apparso in anteprima sul quotidiano spagnolo El Pais: «Sembra il portavoce europeo di Putin». In nottata un’altra anticipazione, questa del tedesco Der Spiegel: «Hillary Clinton si informò sugli affari tra il premier italiano e quello russo».
Tra diplomatici si parla come amiche davanti al té, evidentemente. Prendi quello che buttano lì su Gheddafi, che pure per come va in giro vestito un po’ se la cerca. Lo trattano come un’Alba Parietti qualsiasi: «Usa il botulino ed è un vero ipocondriaco: fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori». E poi: «Ha paura di volare sull’acqua, e i suoi viaggi intercontinentali scatenano il panico tra i suoi collaboratori. Al massimo può volare per 8 ore, poi deve atterrare». Cavoli, a noi di certo non è mai capitato di avere paure simili quando prendiamo l’aereo. Ma fosse solo quello. Si insinua, si vocifera, si allude. Manco fossero le tre parche del gossip americano Hedda Hopper, Louella Parsons ed Elsa Maxwell. Sussurrano: il colonnello si sposta di rado senza la sua «infermiera ucraina», Galyna Kolotnytska, una «voluttuosa bionda», o «voluptous blonde, l’unica capace di tenere i suoi ritmi, l’unica di cui il colonnello, che non sopporta neanche i piani alti dei palazzi, si fida ciecamente, l’unica da cui si fa raggiungere in qualunque angolo di mondo con un volo privato se non addirittura privee. Le carte, ipocrite come solo un diplomatico sa essere, però tranquillizzano: «Tuttavia non c’è certezza che i due abbiano una relazione romantica». Lingue biforcute.
E vuoi che non ce ne sia anche per il premier russo Putin? Uno dei cablogrammi del Dipartimento di Stato lo ribattezza «alpha dog», il maschio dominante, manco fosse Lando Buzzanca. In un altro, più o meno della fine del 2008, si spiega che Medvedev, ufficialmente di rango maggiore «fa la parte di Robin rispetto al Batman di Putin». E perchè non Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Spic e Span? Sono i giudizi che fanno la Storia.
Le donne poi escono a pezzi. L’Angelina Merkel è un tipo che per sua natura «evita i rischi ed è raramente creativa», e sembra quasi di vederla girare per la Cancelleria con le pattine e i bigodini di fresco. E pensa te che noi invece, che siamo tutt’altro che diplomatici, ci eravamo fatti di lei proprio tutta un’altra idea. La pazza invece è un’altra. Altro che nuova Evita Peron. Ci sono dei «sospetti che la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner solleva a Washington, fino al punto che la segretaria di stato giunge a chiedere informazioni sul suo stato di salute mentale».
Un totale fuori di testa è pure Hamid Karzai «ispirato dalla paranoia», come se fosse una sana igiene mentale quotidiana guidare l’Afghanistan con Al Qaida che ti aspetta sul pianerottolo.
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