Ha alle spalle trent'anni di attività e, solo nel 2018, ha raccolto 720 tonnellate di alimenti dai supermercati, di cui 540 di pane non venduto. Il Banco Alimentare ha messo in piedi una squadra di 1.900 volontari fissi e 110 dipendenti.
Presidente Andrea Giussani, la raccolta di cibo in Italia è su base volontaria, non un obbligo di legge come in Francia. Secondo lei funziona?
«Eccome, credo che il nostro sistema sia migliore di quello francese. Abbiamo una legge che regola il recupero di alimenti in eccedenza da destinare alla donazione. E trovo sia un bene che non ci siano obblighi ma esortazioni».
Perché è contro l'obbligo? Troppo rigido?
«È sbagliato sanzionare chi non provvede alle donazioni anti spreco. Si rischia che il produttore alimentare rovesci tutte le sue eccedenze a valle, cioè nelle mense per i poveri, senza ascoltare ciò di cui hanno realmente bisogno».
E di cosa hanno bisogno le mense?
«Di scatolame, verdure, frutta e carne. Cioè di alimenti altamente nutritivi. Servono sempre anche olio, formaggi conservati e alimenti per bambini, prodotti per cui di solito c'è poca eccedenza».
Il pane invece? Ne viene gettato così tanto...
«Ha un alto valore simbolico, si figuri per noi. Provo orrore nel dirlo, ma vale poco. A noi interessa più recuperare un chilo di tonno che di pane. Anche perché il pane è deperibile ed, essendo poco costoso, è facilmente acquistabile anche da parte di chi ha difficoltà economiche».
Le normative permettono di distribuire alle mense anche il pane del giorno dopo.
«Vero, però il nostro fattore guida è il rispetto della persona. Anche chi è molto povero ha diritto a mangiare cibi di qualità, quelli che metteremmo nella nostra tavola. Non certo il pane raffermo».
Come arginare lo spreco?
«Le mense spesso ricevono 2 quintali di pane ma non riescono a servirlo tutto, allora a loro volta lo gettano. Bisogna organizzare una filiera intelligente e raccogliere cibi facilmente conservabili. Noi ritiriamo il pane delle grosse catene assieme agli altri alimenti. Invece quando è un piccolo punto vendita ad avanzare i panini, lo mettiamo in contatto con la mensa più vicina. Ovviamente, per ragioni di costi e tempi, non potremmo andare a raccogliere il pane di ogni singolo fornaio».
Perdoni un'ultima domanda. Lei porta lo stesso cognome del fondatore Don Giussani. Nipote?
«No, ma da lui ho imparato tanto e ha celebrato il mio matrimonio».
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