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Salvini e l'arma per difendere il dl Sicurezza dai giallorossi

Il Pd vuole smontare i due decreti Sicurezza e il M5s glielo lascerà fare. Ma il leader leghista è pronto a fermarli con un referendum popolare

Salvini e l'arma per difendere il dl Sicurezza dai giallorossi

Matteo Salvini è pronto a far muro per arginare l'assalto che i giallorossi, e in particolar modo il Partito democratico, hanno iniziato a sferrare contro i decreti Sicurezza. I dem contano di smontarli pezzo per pezzo. Il via libera alla Ocean Viking, la nave delle ong Sos Mediterranea e Medici senza frontiere, a entrare nel porto di Lampedusa è stato soltanto il primo atto di un processo di demolizione delle politiche attuate dal leader leghista quando si trovava al Viminale. E il risultato è già sotto gli occhi di tutti: nelle ultime dodici ore i porti italiani hanno ripreso ad essere presi d'assalto. L'ex ministro, però, è fermamente intenzionato a opporre una strenua opposizione, in parlamento e in piazza. Ed è anche pronto a ricorrere al referendum popolare qualora il nuovo governo dovesse riuscire ad abbattere le misure contro l'immigrazione clandestina (video).

La sfida ai giallorossi, Salvini la lancia dal pratone di Pontida. "Questa è l'Italia vera contro l'Italietta dei giochini e dei palazzi", ha detto salutando quel fiume di gente che oggi è accorsa al raduno leghista. È un assaggio di quello che andrà in scena a Roma il prossimo 19 ottobre quando il leader del Carroccio guiderà la manifestazione contro il nuovo esecutivo. "Sarà l'esordio di questo nuovo modo di fare politica. Noi puntiamo ad allargare, coinvolgere e crescere", ha promesso rilanciando l'idea di "andare oltre le vecchie sigle" e contrastare un governo "figlio di un grande imbroglio" di cui Matteo Renzi "è uno dei protagonisti". Gli ex alleati pentastellati sono diventati nemici, al pari dei democratici. E il leader leghista non crede che questi due partiti, che hanno stretto un'alleanza inimmaginabile solo per mettere le mani sulle poltrone, "avranno gran fortuna". Anzi, è fermamente convinto che già "nei prossimi mesi ci sarà il governo del popolo" e che questo farà "quello che non farà il governo del palazzo". La prima spallata, ne è certo, arriverà alle elezioni regionali che si terranno nei prossimi mesi e in vista delle quali Pd e M5s stanno cercando di replicare a livello locale l'accordo sottoscritto a Roma. "Oggi - ha commentato l'ex ministro dell'Interno - non vorrei essere un Di Maio che va col cappello in mano nelle sedi del Pd in Umbria, in Emilia e in Calabria a chiedere due posticini, preferisco essere Salvini".

Nel frattempo, però, Salvini dovrà cercare di arginare l'azione politica del nuovo governo. Il via libera accordato alla Ocean Viking, di fatto, riapre i porti italiani dopo che per quattordici mesi erano stati interdetti alle navi delle organizzazioni non governative. Per il leader leghista è stata la "resa" che riporterà il nostro Paese ad essere trattato da tutti i Paesi dell'Unione europea come "il campo profughi d'Europa". Il Pd vuole, infatti, riprendere le operazioni di Mare Nostrum e, soprattutto, smantellare i due decreti Sicurezza che hanno permesso di azzerare gli sbarchi di immigrati clandestini sulle nostre coste.

"Se lo faranno, sarà un'altra occasione di referendum - ha però promesso il capitano - che sia il popolo a opporsi alle scelte del palazzo".

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