Politica

Consultazioni, Meloni al Quirinale: "Voto o governo di centrodestra"

Oggi al Colle i partiti più grandi: il centrodestra chiede nuove urne, ma Pd e M5S sono già pronti all'inciucio

Consultazioni, Meloni al Quirinale: "Voto o governo di centrodestra"

Al Quirinale è la giornata cruciale per le consultazioni. Dopo aver incontrato le altre cariche dello Stato e i partiti minori, oggi Sergio Mattarella ascolterà le richieste e le proposte dei "big".

Si parte da Fratelli d'Italia che, Giorgia Meloni lo ripete da tempo, sale al Colle per chiedere elezioni anticipate. La delegazione di Fdi si è intrattenuta nella loggia della Vetrata per circa mezz'ora per convincere il Capo dello Stato della necessità di sciogliere le Camere o, in alternativa, di ripartire dal voto del 4 marzo 2018 e dare un incarico al centrodestra.

"Le elezioni sono oggi l'unico esito possibile e rispettoso dell'Italia, dei suoi interessi e del suo popolo e l'esito più rispettoso della Costituzione", ha spiegato Giorgia Meloni al termine del colloquio, "Per noi non è inevitabile avere un governo che ha la maggioranza in Parlamento ma non tra i cittadini, perchè lo considererei irrispettoso della democrazia. Non credo che padri costituenti pensassero che il Parlamento si può organizzare in modo da mandare al governo persone che se si votasse andrebbero a casa. Se invece il presidente Mattarella dovesse scegliere l'ipotesi di un mandato allora forse bisognerebbe ripartire dalle elezioni del 2018 e affidare il mandato a un esponente di centrodestra perché sarebbe più affine alla volontà popolare". In caso di voto, comunque, ci sarebbe sicuramente un fronte comune formato da FdI e Lega. "Ho sentito Salvini", assicura la Meloni, "Vedremo il ruolo di FI nelle prossime ore". La Meloni ha poi commentato, dopo i colloqui degli altri partiti, questa prima tornata di consultazioni: "Primo giro di consultazioni. Alla fine solo Fratelli d’Italia chiede come prima opzione il voto. PD lavora all'intesa con il M5S; il M5S cerca un'intesa con chiunque, pur di rimanere al governo. Forza Italia preferisce trovare in parlamento i numeri per un governo di centrodestra. A sorpresa la Lega apre a un nuovo accordo con il M5S. Un bazar che non fa bene alla politica e al quale Fratelli d’Italia non intende partecipare. Basta giochi di palazzo. Elezioni subito".

Mentre la compagine di Fratelli d'Italia lasciava il Quirinale, è arrivata quella del Partito democratico. L'orientamento dei dem è opposto: Zingaretti & Co. chiedono che venga formato un "governo di svolta", che abbia l'obiettivo di durare fino alla naturale scadenza del Parlamento, cioè fino al 2022, e che possa mettersi subito al lavoro sulla legge di Bilancio per scongiurare l'aumento dell'Iva. Un governo politico, quindi. Basato sull'accordo con i 5Stelle e sostenuto dalle altre forze di sinistra. E che ha di fatto già incassato il sì da parte di Autonomie, gruppi misti e Liberi e uguali. "Quello che serve è un governo di svolta, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, con ampia base parlamentaare e che possa ridare una speranza agli italiani", ha detto Nicola Zingaretti, "Se non dovessero esistere queste condizioni tutte da verificate lo sbocco della crisi sono nuove elezioni anticipate alle quali il Pd è pronto".

A mezzogiorno è Silvio Berlusconi a guidare la delegazione di Forza Italia. Ieri sera il Cavaliere ha riunito i vertici a Palazzo Grazioli e oggi ha portato al Presidente della Repubblica la richiesta di urne anticipate: "Un governo non nasce in laboratorio", ha detto l'ex premier mettendo in guardia da una "maggioranza improvvisata" e sottolineando come le elezioni amministrative dell'ultimo anno abbiano confermato l'esistenza di una maggioranza di centrodestra nel Paese.

Nel pomeriggio si riprende alle 18 con la Lega, pronta a chiedere il voto e il M5S alle 17. In serata, quindi, Mattarella avrà in mano tutti gli elementi per prendere le prime decisioni. Secondo quanto si apprende, se la maggior parte delle forze politiche chiederà un ritorno alle urne, il Capo dello Stato avvierà l'iter per la creazione di un governo elettorale che porti il Paese al voto già il 27 ottobre o, al massimo, i primi di novembre.

Diversamente, se emergerà la possibilità di formare una nuova maggioranza, il Quirinale concederà qualche giorno - al massimo fino a lunedì - ai partiti per trovare la quadra su premier, squadra di governo e contenuti programmatici.

Commenti