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Sciolto il nodo sugli affitti brevi. La cedolare si alza dalla seconda casa

Introdotto un codice identificativo per chi concede in uso le abitazioni fino a 30 giorni. Il miliardo di gettito sarà destinato a ridurre le tasse sugli immobili

Sciolto il nodo sugli affitti brevi. La cedolare si alza dalla seconda casa

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Si scioglie il nodo della cedolare secca sugli affitti brevi. Dal vertice di maggioranza sulla manovra è emerso l'accoglimento della proposta di Forza Italia per avere un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, un misura che serve a tracciare i proprietari in chiave anti evasione. La misura, secondo le prime stime, dovrebbe fare emergere un reddito sommerso di un miliardo. L'accordo è che tale cifra verrà usata per ridurre le tasse sugli immobili. Confermato poi l'aumento dal 21 al 26% dell'aliquota, ma solo dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, mentre per la prima casa resterà al 21 per cento.

Cura dimagrante in vista anche per i ministeri: in tre anni dovranno tagliare circa 2,5 miliardi di spese. Via libera a Quota 103, fortemente voluta dal leader della Lega Matteo Salvini, con la possibilità di un anticipo pensionistico a 62 anni di età e 41 di contributi. Anche se ci saranno, su questo punto, una serie di limitazioni: ossia il calcolo dell'assegno con il metodo contributivo e un tetto massimo a 2.250 euro lordi mensili. Rimangono i tagli del rendimento delle pensioni dei dipendenti pubblici, che prevedono penalizzazioni sulla parte retributiva per chi andrà in pensione dal 1 gennaio 2024 e avrà meno di 15 anni di contributi versati entro il 1995. Una misura che dovrebbe riguardare 700mila lavoratori e riguarda gli iscritti alla cassa per le pensioni degli enti locali, dei sanitari, insegnanti di asili ed elementari, ufficiali giudiziari.

Una manovra di 109 articoli bollinata e firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in ogni caso, riesce a centrare molti obiettivi che si era posto il governo Meloni. A partire dalla conferma del taglio del cuneo fiscale, con uno sconto sui contributi a carico del lavoratore del 7% per i redditi più bassi (fino a 1.932 euro) e del 6% per chi guadagna fino a 2.692 euro lordi mensili. Pacchetto a sostegno del reddito delle famiglie che accompagna l'accorpamento Irpef dei primi due scaglioni al 23 per cento.

Altro punto importante i sostegni alla natalità: dagli sgravi contributivi al 100% per le mamme lavoratrici assunte a tempo indeterminato, con tetto massimo a 3mila euro annui, all'aumento del bonus nido per il secondo figlio fino all'introduzione di due mesi di congedo parentale all'80% (anziché del 30%) e il rafforzamento dell'assegno unico per il terzo figlio. Sono state inoltre trovate le risorse, tre miliardi, per andare incontro al fabbisogno del sistema sanitario nazionale. In questo quadro generale, ci sono alcuni piccolo dettagli da risolvere come, per esempio, il canone Rai: a quanto emerge il taglio da 90 a 70 euro voluto dalla Lega avrebbe sollevato quale perplessità in Forza Italia, che teme per il finanziamento della tv pubblica.

Ieri, la manovra è stata trasmessa al Parlamento. La premier, Giorgia Meloni, vuole meno modifiche possibili, anche perché ci saranno solo 100 milioni disponibili per il 2024 e altrettanti per il 2025.

Usati per evitare il rialzo al 22% dell'Iva sui pannolini: il prossimo anno l'aliquota salirà dall'attuale 5% ma su fermerà al 10%.

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