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La lezione di Ricolfi al Pd: ecco cosa ha detto

Le elezioni europee si avvicinano, eppure molti rappresentanti della sinistra non trovano argomenti che vadano oltre gli attacchi ai partiti del centrodestra. In questo modo la débacle è assicurata

La lezione di Ricolfi al Pd: ecco cosa ha detto

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"La smetta di insultare la destra", il consiglio spassionato di Ricolfi al Pd

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Mancano sempre meno giorni alle elezioni europee (6 - 9 giugno 2024) eppure dalle parti della sinistra si continua ad attaccare il centrodestra, senza pensare, piuttosto, a proporre dei contenuti che potrebbero realmente suscitare l'interesse degli elettori; a dirlo è anche il politologo Luca Ricolfi, che ricorda cosa era un tempo la Festa del Pirmo Maggio.

Il primo maggio era un appuntamento gioioso a cui tutti partecipavano, senza alcuna distinzione sociale. Era una festa sindacale, vero, ma radunava tante persone diverse ed era sentita dalla popolazione. E poi? "Poi è caduto il muro di Berlino, e dall'anno dopo (non so se c'è un nesso) il Primo Maggio è diventata la data del 'concertone', politica e sindacati hanno fatto un passo indietro a favore di cantanti e artisti, con massiccia copertura televisiva, specie di Rai 3, negli ultimi 25 anni", racconta Ricolfi nell'intervista concessa a Libero Quotidiano.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La Festa si è trasformata. Secondo Luca Ricolfi, più che pagare politicamente, il 'concertone' ha accelerato la metamorfosi del Partito Democratico in "partito radicale di massa". Dopo la sconfitta politica del 1980, spiega il politologo, "ci sono stati gli errori, ovvero la lenta deriva che ha portato la sinistra a privilegiare i diritti civili sui diritti sociali, e quindi- logica conseguenza - a guardare ai ceti medi tecnico-impiegatizi, urbanizzati e istruiti, anziché ai due grandi segmenti popolari, poco istruiti e periferici, del lavoro autonomo e del lavoro dipendente esecutivo".

Ci troviamo, quindi, in un momento di profonda crisi della sinistra. "La gente sa che dopo il 2011 la sinistra è quasi sempre stata al governo", osserva Ricolfi, "e intuisce che, se il Paese è allo sbando, la sinistra non può chiamarsene fuori". Difficile, adesso, recuperare quegli elettori delusi. Elly Schlein, attuale segretario dem, ha riconfermato la base attuale, ma potrebbe non riuscire a riprendersi quella fetta di elettori ormai migrati al Movimento Cinque Stelle. "Dubito sia la persona giusta per riportare al Pd il voto dei ceti bassi", considera il politologo.

Da qui la lezione a tutta la sinistra. "Fossi il segretario del Pd, prima ancora di enunciare un programma, mi darei da fare per ricostituire la precondizione per contendere alla destra l’elettorato popolare: il rispetto per chi vota a destra", afferma Ricolfi. "Finché Schlein non lo fa, e preferisce continuare a trattare gli elettori di centro-destra come gente abbindolata che non si rende conto del pericolo fascista incombente, è psicologicamente arduo transitare da destra a sinistra.

Se passi anni a darmi del cretino, perché dovrei voler venire da te?", conclude.

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