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Tajani e Moratti aprono la corsa azzurra per le Europee

Forza Italia, ha osservato Tajani, "sta lavorando per costruire il centro della politica italiana e rassicurare i cittadini. Abbiamo superato il momento della sopravvivenza, non siamo più in zona retrocessione e stiamo salendo in classifica"

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Milano - In un Teatro Manzoni stracolmo, dove Silvio Berlusconi tenne il suo ultimo comizio prima delle scorse Politiche, è cominciata la corsa verso le europee di Letizia Moratti, accompagnata dal segretario di Forza Italia Antonio Tajani, anche lui alla prima uscita da candidato. «Ho scelto Milano per dare un messaggio all`Italia del Nord, nostro cuore produttivo» ha commentato Tajani, che mette sul piatto «trent`anni di esperienza nelle istituzioni comunitarie».

In prima fila c'era anche la compagna di Berlusconi Marta Fascina, presente per la prima volta a un`iniziativa di partito dopo la scomparsa del Cavaliere. Un endorsement per Moratti è arrivato anche da Ivana Spagna che ha cantato e ballato con l'ex sindaca dopo aver apprezzato «il suo impegno per i diritti di tutti, anche del mondo Lgbt». «Vogliamo un`Europa meno ideologica - ha spiegato Moratti - e più vicina alle imprese che non possono essere danneggiate da una transizione ecologica che è sbagliata nei tempi». Forza Italia, ha osservato Tajani, «sta lavorando per costruire il centro della politica italiana e rassicurare i cittadini. Abbiamo superato il momento della sopravvivenza, non siamo più in zona retrocessione e stiamo salendo in classifica. Ora dobbiamo giocare da protagonisti». Parlando dei richiami dell'Ue sull'aborto, ha sottolineato che in Italia «c'è la legge 194 e nessuno ha mai detto di cambiarla» mentre ha fatto sapere che il 25 aprile sarà alle Fosse Ardeatine: «La festa della Liberazione è di tutti, non è né di destra né di sinistra».

E comunque «non c'è nessun pericolo di rigurgiti fascisti». A chi gli chiedeva del monologo saltato in Rai dello scrittore Antonio Scurati, Tajani ha replicato: «Non mi sono mai permesso di chiamare nessuno per dire di non far parlare qualcuno. Però non bisogna neanche strumentalizzare tutto. Si tratta di tempeste in un bicchier d'acqua».

La stessa espressione che ha usato per i malumori a Milano dopo la sostituzione del capogruppo a Palazzo Marino Alessandro De Chirico e l'autosospensione del consigliere regionale Giulio Gallera: «Parlerò con tutti e si risolverà il problema».

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