Dal 2010 voli più cari di 3 euro ma solo se l’aeroporto investe

RomaTariffe aeroportuali più salate a partire dal prossimo anno. Come previsto, il Cipe ha dato il via libera all’adeguamento dei diritti aeroportuali che scatterà dal primo gennaio. Si tratta di un primo via libera al quale dovrà seguire un’altra delibera del Comitato che renderà esecutivo l’aumento, ma la decisione ormai è stata presa. E, sempre secondo le previsioni, ha spaccato in due il mondo del trasporto aereo. Da una parte c’è il fronte dei contrari, con in testa le compagnie; dall’altra le società di gestione degli scali, tutte favorevoli. L’aumento serve infatti a finanziare le opere di ammodernamento degli aeroporti per dare ai passeggeri - come ha assicurato ieri Assaeroporti - «un livello di servizio adeguato agli standard internazionali». Solo gli aeroporti che metteranno in cantiere miglioramenti delle strutture potranno aumentare le tariffe.
I rincari non potranno superare i tre euro a passeggero, cifra stabilita dal governo in attesa che vengano siglati gli accordi di programma. L’Enac e Assaeroporti si vedranno giovedì prossimo per esaminare la delibera Cipe. E la stessa associazione che riunisce i gestori degli scali ha garantito che tutto verrà discusso con i consumatori-passeggeri, che però ieri non sembravano disposti a fare concessioni.
Il Codacons ha annunciato un ricorso al Tar contro la delibera del comitato. Ma le voci più critiche arrivano dalle compagnie aeree, che si sentono danneggiate. «A fronte di una calo della domanda, tutta l’industria del trasporto aereo dovrebbe adeguarsi per migliorare i servizi. Invece gli scali, che sono monopoli naturali, risolvono il problema aumentando i costi», è l’accusa del segretario generale di Assaereo Aldo Bevilacqua.
L’aumento coglie le compagnie in un momento difficile. È di ieri la notizia che British Airways sta pensando a ulteriori tagli al personale. Circa 1.200 addetti in meno che, sommati ai precedenti tagli, fanno arrivare a quota 4.900 i posti di lavoro che si perderanno entro marzo del prossimo anno. La compagnia ha sofferto una perdita di 292 milioni di sterline nei sei mesi fino a settembre compreso, contro il profitto di 52 milioni dell’anno precedente. Una crisi generalizzata per il settore, con l’eccezione di Alitalia che nei giorni scorsi ha annunciato dati positivi di bilancio. Nel terzo trimestre Alitalia ha registrato un utile operativo di 15 milioni. Sulla compagnia continua il pressing dei lavoratori.

Ieri a Fiumicino sono stati registrati (oltre a disagi nello smistamento dei bagagli) ritardi nei voli fino a 60 minuti, per un’assemblea dei lavoratori organizzata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Assemblea con all’ordine del giorno la stabilizzazione dei precari e «la qualità organizzativa del lavoro» tra gli addetti al carico e scarico bagagli e gli impiegati al check-in.

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