In 5 sequestrano una coppia e stuprano la giovane di 22 anni

Sono stati tutti arrestati, in più riprese, i cinque ragazzi romeni accusati dello stupro di gruppo che sconvolse Milano all’inizio della scorsa estate. Quella tra il 3 e il 4 luglio era una notte tra venerdì e sabato. In una delle viuzze tra i campi che costeggiano la parte più periferica della via Ripamonti, quella che porta a Opera, i cinque sequestrarono una ragazza 22enne e il suo compagno. Poi, picchiato e denudato lui, a turno hanno ripetutamente abusato di lei per quasi un’ora. Gli investigatori della squadra mobile riescono a combinare indagini tradizionali e accertamenti tecnologici e scientifici; gli stupratori danno loro una mano, commettendo errori da dilettanti o da spacconi: lasciano impronte e reperti sull’auto usata per il sequestro e le violenze, una Tipo verde rubata. Non lasciano la città. E, soprattutto, continuano a telefonare con i telefoni strappati alla vittima e al compagno. I primi ad essere catturati sono i due «piccoli» del branco, 15 e 17 anni; 48 ore dopo a cadere nella rete della polizia è Dimitru Valentin detto Leonard, 20 anni e l’indirizzo del campo nomadi più turbolento della città, quello di via Triboniano, dalla parte opposta di Milano.

Gli ultimi due complici stavano nella baraccopoli più vicina ai prati dove si è consumata la violenza, a Chiaravalle. È lì che viene catturato «Macho», come tutti chiamano Olimpiu Vasile Bolog, il capobranco, «venduto» ai poliziotti da una donna. E l’ultimo appartenente al gruppo di stupratori, Remi Stan, ha 18 anni.

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