Il 5x1000, non costa ma vale molto Il risvolto positivo di pagare le tasse

Nel 2024 la quota Irpef devoluta dai contribuenti italiani è stata di oltre 500 milioni: sono stati 91mila i beneficiari

Il 5x1000, non costa ma vale molto Il risvolto positivo di pagare le tasse
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Il risvolto positivo di pagare le tasse. Sembra impossibile, eppure esiste. Perlomeno se si guarda così il 5 per mille, quella quota, cioè, dello 0,5 per cento dell'IRPEF che, in occasione della dichiarazione dei redditi, si può scegliere di destinare a enti del terzo settore, organizzazioni di ricerca scientifica, università e altri soggetti senza scopo di lucro impegnati nel sociale. Vale la pena indicare la realtà cui devolvere questa piccola ma preziosa quota perché, in soldoni, non costa niente al contribuente, ma fa la differenza per l'ente, la onlus, la fondazione o l'associazione selezionata. Si tratta di una parte delle imposte che comunque si deve versare allo Stato. Non è una donazione aggiuntiva, ma una scelta di destinazione. Lasciare in bianco la casella del 5 per mille, quindi, non significa risparmiare, bensì rinunciare alla possibilità di decidere dove indirizzare questa contenuta ma comunque significativa quota del proprio contributo fiscale. Per assegnarla, poi, basta indicare nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell'ente prescelto nell'apposita sezione e firmare. In assenza di codice fiscale, è comunque possibile apporre la propria firma in uno dei riquadri relativi alle categorie generali, lasciando che sia poi l'Agenzia delle Entrate a ripartire i fondi tra gli enti registrati secondo criteri di proporzionalità. La lista degli enti beneficiari viene aggiornata ogni anno ed è consultabile su www.agenziaentrate.gov.it. Insomma, ci vuole davvero poco per esprimere quello che di fatto è una forma concreta di sostegno diretto alla società civile e al volontariato, oltre che uno strumento di democrazia fiscale e sociale. Attraverso questa scelta, ogni cittadino può dare il proprio contributo a progetti di ricerca, iniziative culturali, programmi di assistenza ad anziani e fragili, attività sportive per giovani o interventi di emergenza in risposta a crisi e catastrofi. In un Paese come l'Italia, dove il terzo settore soffre di carenze da parte del sistema pubblico, il 5 per mille rappresenta una risorsa importante. Nel 2024, secondo i dati rilasciati dall'Agenzia delle Entrate, sono stati circa 91mila i beneficiari del 5 per mille, che in totale hanno ricevuto oltre cinquecento milioni di euro proprio grazie alla quota Irpef dei contribuenti made in Italy. Nella top five dei destinatari, enti del terzo settore onlus, con 68.452 soggetti, della ricerca sanitaria e scientifica (467), associazioni sportive dilettantistiche (13.825), enti per la tutela dei beni culturali e paesaggistici (228), enti gestori delle aree protette (24) e quasi 8mila comuni. Numeri che hanno ampi margini di miglioramento. Sono ancora tanti i contribuenti che lasciano in bianco la casella del 5 per mille.

E, mentre omettono di indicare un beneficiario, perdono l'occasione di contribuire a costo zero all'associazione che magari migliora la vita a un parente, di esprimere la propria riconoscenza all'università che ha formato un figlio di successo o di dare una spinta alla ricerca che potrebbe dare speranze a un affetto malato.

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