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"Non farei vivere mia figlia in Barriera di Milano". Bufera sulla rettrice dell'Università di Torino

Cristina Prandi toglie il velo all'ipocrisia sul quartiere banlieue. Ma da Pd a Cgil la sinistra insorge

"Non farei vivere mia figlia in Barriera di Milano". Bufera sulla rettrice dell'Università di Torino
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"Oggi non manderei mia figlia a vivere in Barriera di Milano, ho anche dissuaso amici dal farlo con i loro figli". A dirlo è Cristina Prandi, rettrice dell'Università di Torino - vicina al centrosinistra - che ha sollevato il velo su uno dei quartieri più problematici della città. Lo stesso, per intenderci, dove solo pochi giorni fa è stato arrestato Don Alì, il "capo dei maranza".

Tutto è partito dal dibattito - rinfocolato dopo l'assalto a La Stampa - sulle connessioni tra ateneo e collettivi per cui la stessa Prandi è stata chiamata a riferire in commissione comunale a Palazzo Civico. "L'Università non è la Polizia", aveva sostenuto, "Nel momento in cui da noi si definisce una situazione di illegalità, non abbiamo né il potere né gli strumenti per risolverla". La discussione si è poi spostata sugli studentati: "Gli studenti potrebbero abitare angoli diversi dagli altri, ma devono essere vivibili. Alla Città dico: servono servizi e sicurezza in tutti i quartieri", ha detto. E a chi le chiedeva se si riferisse proprio al quartiere Barriera di Milano, ha risposto: "Per me ora non è abitabile. Se mia figlia fosse fuori sede non la manderei a vivere lì. Ho anche dissuaso amici dal farlo coi loro figli".

Parole che però a sinistra hanno sollevato un polverone, tanto che Prandi è stata costretta a scusarsi e a spiegare che "la mia riflessione nasce dalla convinzione che queste aree possano essere valorizzate anche grazie al contributo delle studentesse e degli studenti".

Da Pd e Cgil è piovuto addosso alla rettrice un profluvio di critiche. Si parte da Teresa Vercillo, 24enne studentessa, ma soprattutto segretaria del circolo Pd proprio nel quartiere incriminato. "Invece che puntare il dito, collabori con il territorio", ha detto. Le ha fatto poi eco Igor Piotto, secondo cui così si alimenta "una visione ghettizzante".

Eppure l'allarme sicurezza sulle periferie delle grandi città - Torino compresa - è lungi dal cessare. "Il Pd dimentica che dal 2011 al 2020 ha governato il Paese senza rafforzare il comparto sicurezza: niente assunzioni, niente rinnovi contrattuali", ricorda al Corriere il ministro Paolo Zangrillo, che su Prandi aggiunge: "La comprendo perfettamente.

Ho figli adolescenti e so cosa significa preoccuparsi. Le nostre periferie potrebbero essere zone vivibili e ricche di potenzialità, e invece sono ridotte a banlieue parigine dove anche la polizia entra con difficoltà".

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