AAA Volontari cercansi per i doposcuola in oratorio. «Accorciano le distanze tra i primi e gli ultimi della classe e fanno sentire i figli degli immigrati un po più italiani» sono i principali meriti che la Caritas attribuisce alle lezioni pomeridiane in parrocchia, possibili grazie a migliaia di volontari che si impegnano gratis. Nella sola Milano i doposcuola parrocchiali sono 82 e si occupano di 1725 ragazzi. Numeri importanti che si moltiplicano estendendo i confini allintera Lombardia: in tutta la Regione se ne contano 267.
La ricerca si riferisce allattività del 2010 ed è stata presentata al cineteatro LArca di Santa Maria del Suffragio. Tra i dati più evidenti, lalto numero di immigrati che si iscrive ai doposcuola. A Milano il 57 per cento dei ragazzi che frequenta i corsi in parrocchia è straniero e cè persino un oratorio in cui nove ragazzi su dieci sono stranieri. Accade alla parrocchia del Redentore, in zona Loreto, sotto la sorridente vigilanza di Tiziana Torri, 37 anni e due figli, volontaria da quando ne aveva 25 e adesso tra i responsabili del doposcuola: «I ragazzi hanno molta voglia di imparare, sono curiosi di conoscere la nostra storia e la nostra cultura. Più comprendono e più si sentono integrati. Si tratta di unetà e di un contesto in cui i rapporti con i bambini italiani sono molto facili e lintegrazione agevole».
Grande cruccio sono le liste dattesa. «Abbiamo 50 bambini più trenta che non possiamo accettare, perché mancano i volontari» spiega la Torri. Incoraggia: «Per dare una mano non è necessaria grande disponibilità di tempo e nella gran parte dei casi nemmeno la laurea. Basta unora di tempo la settimana per aiutare un bambino in più. E per dare una mano a fare i compiti, magari per leggere una paginetta, serve buona volontà più che grandi titoli di studio».
Liscrizione al doposcuola degli studenti stranieri è spesso stimolata dagli insegnanti che segnalano alunni immigrati con qualche difficoltà a padroneggiare la lingua. «I doposcuola costituiscono un supporto importante per l'integrazione dei ragazzi stranieri e contribuiscono in maniera determinante a costruire una nuova cittadinanza dei ragazzi non italiani» osserva lassessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli, presente al convegno insieme a Giuseppe Colosio, direttore Ufficio Scolastico regionale, e a don Roberto Davanzo, responsabile della Caritas ambrosiana.
In Lombardia i volontari del doposcuola sono 4.500, tanti ma non ancora sufficienti per liste di attesa che si ampliano a vista docchio. E questo è un momento di picco delle richieste, dovuto allarrivo delle pagelle che non sempre appagano le aspettative. «Quasi tutti i doposcuola hanno liste dattesa. Cè un bisogno molto diffuso che non trova una risposta piena», osserva Giovanni Romano, dellarea minori della Caritas.
La gran parte dei ragazzi frequentano le medie, ma aumentano anche gli alunni delle elementari e - un po a sorpresa - delle superiori.
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