Abertis-Autostrade, Prodi cerca la pace con Madrid

Il premier tenta di difendersi dalle critiche allo stop del governo alla fusione: «I vostri investimenti sono i benvenuti»

Pierluigi Bonora

da Milano

Alla vigilia del via da parte dell’Antitrust Ue alla procedura contro l’Italia per lo stop alla fusione Autostrade-Abertis, Romano Prodi cerca di rimediare alle ambiguità emerse di recente sui rapporti tra Roma e Madrid. E lo fa dalle pagine del quotidiano El País dopo le non poche critiche al governo italiano piovute dalla stampa iberica. «Per quanto riguarda le autostrade - ha risposto il premier nell’intervista al quotidiano - non abbiamo niente in contrario rispetto agli spagnoli. Abertis è un’impresa di alto livello, ben amministrata. Il problema è strettamente italiano. Autostrade è una società privatizzata negli anni ’90 che opera in un regime di concessione statale e i termini di tale concessione non stati rispettati appieno. In generale, bisogna garantire che i concessionari investano, mantengano e migliorino le strutture come stabilisce il contratto. Mi dispiace per alcune reazioni della stampa spagnola perché sono stato proprio io ad aprire l’Italia alle privatizzazioni e ai capitali stranieri».
Ma Prodi non si è soffermato solo sul tema Autostrade-Abertis, è andato oltre. L’intervista gli è servita soprattutto per abbassare i toni delle polemiche: «Gli investimenti spagnoli sono benvenuti, l’Italia è un Paese aperto. C’è stato un periodo di dinamismo italiano in Spagna, mentre ora sono più dinamici i vostri investimenti nel nostro Paese». La volontà del governo di Madrid, gli ha fatto eco il premier José Luis Zapatero dalle pagine del Corriere della Sera, «è che vi siano più investimenti spagnoli in Italia e viceversa». Oggi, comunque i due primi ministri avranno modo di affrontare direttamente, nel vertice di Madrid, i problemi sul tappeto e, tra questi, quello di Autostrade-Abertis, nozze che daranno vita alla concessionaria autostradale più importante d’Europa con una capitalizzazione di Borsa pari a circa 25 miliardi, 20mila dipendenti e oltre 7mila chilometri in gestione. La vicenda Autostrade, tra l’altro, è legata a doppio filo pure con la maxi-fusione italiana tra il Sanpaolo e Banca Intesa, altro tema scottante. Gli spagnoli del Santander, azionisti dell’istituto di Torino, non sono soddisfatti dei concambi annunciati per l’operazione e hanno votato contro la fusione perché hanno considerato non adeguato il prezzo fissato. E il Sanpaolo, in questi giorni, è impegnato a ricucire i rapporti con la banca iberica.
A Roma, intanto, il caso Autostrade-Abertis è sempre al centro del dibattito politico.

«Il girotondo di Prodi su Abertis pone nuovi interrogativi e crea ulteriore confusione a poche ore dal pronunciamento della Commissione Ue», afferma l’ex viceministro Adolfo Urso (An), il quale sollecita il governo a «fare chiarezza, in aula, sugli ostacoli frapposti alla fusione italo-spagnola e su una politica nel campo delle infrastrutture contraddittoria, pasticciona e schizofrenica».

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