Per abituarsi al Sudafrica

LondraLe ambizioni dei Tre Leoni dormono sotto le tende che Fabio Capello ha fatto recapitare ai suoi giocatori. Non lascia nulla al caso il ct dell’Inghilterra. Un decalogo comportamentale. Allenamenti personalizzati. E ora anche speciali tende per acclimatarsi all’altura. Mancano 56 giorni al calcio d’inizio in Sudafrica. Il primo mondiale nel continente africano. Temperature e umidità insolite. Ma soprattutto un’altitudine a cui i calciatori europei non sono abituati. Da qui la necessità di ridurre al minimo i tempi di adattamento alle nuove condizioni ambientali. Anche per questo Capello nel corso dell’ultimo ritiro ha sottoposto la squadra ad una serie di esami per stabilire quali tra i suoi nazionali soffrano maggiormente l’aria rarefatta. Esperti del “London Altitude Centre” hanno monitorato i giocatori alle prese con test fisici in condizioni di altura “ricreata”. E a quelli in maggiori difficoltà sono state fornite tende ipossiche. Una terapia conosciuta come “living high-training low”, ovvero vivere in alto allenandosi in basso. Queste speciali tende, del valore di 340 euro (più altri 4.000 euro per l’acquisto del generatore che le aziona), mentre diminuiscono la percentuale di ossigeno presente nell’aria, stimolano la produzione di globuli rossi. Un modo per beneficiare dei vantaggi dell’altura durante il riposo, sfruttando gli stessi negli allenamenti successivi. Prima degli inglesi, anche Lance Armstrong si dice che l'abbia utilizzata. Con risultati che fanno già sognare i sudditi di Sua maestà. Decisa dopo numerosi sopralluoghi la sede dove risiederà la nazionale (presso il Royal Bafokeng Sports Complex), Capello sta vivendo la vigilia della spedizione sudafricana senza lasciarsi travolgere dall’euforia che precede ogni appuntamento internazionale dell’Inghilterra. Mentre i tabloid si scatenano in facili trionfalismi, con il solito piglio decisionista il tecnico italiano anticipa quelli che vede come potenziali intoppi sulla strada della finale di Johannesburg. In meno di 12’ ha risolto lo scandalo Terry, levandogli la fascia di capitano. Quindi ha seguito in prima persona l’infortunio a Rooney, non nascondendo la sua irritazione per il rientro accelerato di Wazza contro il Bayern Monaco. A Beckham ha già offerto un ruolo di capitano-non giocatore e la squadra ce l’ha già in testa. Resta la preoccupazione che un nuovo scandalo possa esplodere da qui alla partenza. Ecco allora un diktat di regole, divieti, obblighi ai quali tutti i nazionali sono chiamati. Niente Twitter per comunicare fuori dal ritiro, uso limitato dei cellulari, rapporti rarefatti con la stampa (soprattutto quella scandalistica).

E soprattutto incontri centellinati con le famigerate Wags, le mogli, portatrici di distrazioni e sventure nella gestione Eriksson. «Andiamo in Sudafrica per giocarci un mondiale, non è una vacanza», ripete l'interessato. Patti chiari prima del decollo.

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