Nata nel 1981, Bruno Paillard è tra le più maison più giovani della Champagne. Eppure vanta una delle “riserve perpetue” più antiche della regione, visto che fu nel 1985, dopo la terribile vendemmia del 1984 che costrinse l’azienda a dare via il vino in botte senza imbottigliarlo, che Bruno Paillard pensò di mettere da parte ogni anno una consistente quantità di vino per utilizzarlo come vino da riserva da utilizzare nelle annate infelici. La sua intuizione fu però quella di non utilizzare il sistema classico consistente nel conservare le riserve separatamente ma di creare un assemblaggio continuo. Ogni anno il vino dell’annata viene “sposato”, nella misura più o meno di due terzi, a quello di riserva, che a sua volta è composto per due terzi da quello dell’annata precedente e per un terzo da quelli più antichi, conservati in botti di quercia e acciaio, e così via. Questo consente, millesimo dopo millesimo, di avere una riserva sempre più profonda che garantisce l’evoluzione progressiva dei vini.
Questa scelta nasce dalla considerazione di Bruno, e della figlia Alice, che ne segue le orme, che lo Champagne è un vino vivo, che si evolve nel tempo, ed è questa la chiave della sua longevità. E del resto i Paillard hanno sempre puntato su una durata di invecchiamento delle varie etichette da due a quattro volte più lunga rispetto a quanto imponga la regolamentazione dello Champagne
La riserva perpetua diventa così un racconto vivo, una sorta di archivio sensoriale profondo che trasmette lo stile verticale e vigoroso della maison valorizzando ogni momento della sua storia. Una sorta di base ricca e potente e al contempo una polizza assicurativa nei confronti di qualche stagione meno propizia. “Dopo quattro decenni – spiega Alice Paillard, proprietaria e direttrice della maison - la Riserva Perpetua accompagna la nostra ricerca di uno Champagne vivo, preciso e vibrante, capace di attraversare il tempo. Questa presentazione invita a scoprire questa memoria in movimento e il suo ruolo preminente nelle nostre cuvée multimillesimate. Un modo per esplorare la nostra filosofia e intraprendere un viaggio nel tempo”.
Due sono gli Champagne che esprimono la potenza della riserva perpetua, in due differenti fasi della sua vita: la Première Cuvée Extra-Brut e la Cuvée 72. La prima vanta all’incirca il 33 per cento di riserva perpetua in assemblaggio con il resto del vino di annata, anche se questa è una percentuale media degli ultimi dieci anni e di anno in anno può variare per adattarsi a quanto la natura ha fornito. Poi dopo l’assemblaggio, inizia una nuova fase di invecchiamento in bottiglia: dapprima una permanenza di minimo tre anni sui lieviti e poi, dopo la sboccatura, un ulteriore riposo in bottiglia di almeno sei mesi. L’ultima annata della Première Cuvée Extra-Brut rilasciata, quella basata sull’annata 2015, è un assemblaggio di 32 crus vinificiati separatamente, per il 45 per cento di Pinot Noir, il 33 di Chardonnay e il 22 di Meunier, a cui poi si è aggiunto il vino di riserva. Il vino è stato sboccato nell’agosto del 2019. La gradazione alcolica è di 12, il dosaggio misurato (6 grammi di zucchero per litro), la cuvée si presenta giallo paglierino con riflessi dorati è un bel perlage fitto e persistente, il naso esibisce frutta tropicale e agrumi, i frutti rossi caratteristici del Pinot Noir e la frutta esotica. In bocca è elegante ed equilibrato, con una nota minerale data dai terreni gessosi sui quali si trovano le vigne e una buona carnosità, e l’elegante nota di pasticceria.
Poi c’è un passo ulteriore, quello rappresentato dalla Cuvée 72, che è lo stesso vino che però viene sottoposto, dopo la sboccatura, a un ulteriore processo di affinamento senza lieviti per trentasei mesi (da qui il 72, ovvero 36+36). E’ quindi come vedere una bella donna in una fase diversa della sua vita, quando ha acquisito esperienza e complessità temperamentale. Ed è bello riconoscere al naso gli stessi aromi della Première Cuvée, che lasciano però presto spazio a profumi più evoluti, tostati, di spezie, zafferano, legno di cedro, incenso. In bocca si presenta sontuoso, dall’incedere solenne, cremoso, con note di frutta secca e miele e grande lunghezza.
Bruno Paillard, nato a Reims nel 1953, scelse di produrre un suo Champagne dopo anni trascorsi a fare il mediatore di vini, incoraggiato dall’esprimere la sua idea di purezza e integrità.
E’ stao il primo nella Champagne, nel 1983, a indicare su ciascuna delle bottiglie della sua produzione la data di sboccatura. La maison Bruno Paillard vanta un legame particolare con l’Italia, dove sono distribuiti in esclusiva da Cuzziol Grandi Vini.