Milano - Sull’abolizione dell’Ici sulla prima casa scatta l’ora dei conti: quanto ci guadagnano i cittadini, quanto costa al governo e ai comuni e, soprattutto, come faranno le amministrazioni locali a compensare le minori entrate. Mentre il premier Berlusconi conferma al Senato che al Consiglio dei ministri di Napoli l’esecutivo varerà per decreto le misure sulla sicurezza e "a sostegno dei redditi delle famiglie", sindacati, uffici studi e osservatori internazionali iniziano a sfornare cataste di numeri.
In un dettagliato studio la Uil conferma che il taglio dell’Ici sulla prima casa si tradurrà in circa due miliardi di costi per le casse dello Stato e in una media di un centinaio di euro in più nelle tasche delle famiglie italiane. Si tratterà infatti - secondo lo studio - di 73,35 euro a famiglia in meno che potranno arrivare a 106,50 euro per una casa accatastata in A/2 e 40,20 euro per una accatastata in A/3.
Per i comuni italiani non mancheranno i guai: la Cgia di Mestre in uno studio fatto per Economy spiega che tra le prime 21 città italiane, è Trieste quella dove il gettito dell’Ici ha il peso maggiore sul totale dell’incasso comunale: con 19 milioni di euro nel 2006, l’Ici sulla prima abitazione vale il 40% esatto del gettito totale dell’Ici.
Allo stesso tempo Roma sarà la città che perderà la "fetta" più importante di incassi: quasi 352 milioni su un totale di 998 (il 35,3%). Milano, che è al secondo posto, subirà invece un calo di introiti di 155,4 milioni di euro su un totale di 407 (il 38,2%) e Torino, la terza città della graduatoria, con il taglio dell’Ici sulla prima casa perderà 94,3 milioni su 250 (il 37,7%).
Se poi la Uil fa comunque notare che, pur se positivo come provvedimento, quello del taglio Ici non è forse una delle priorità, dubbi di natura diversa vengono espressi dalla Cisl: "Penso che se vogliono togliere l’Ici va bene - ha detto il leader Raffaele Bonanni - ma dobbiamo essere chiari i Comuni che perdono quell’introito non devono attivare altre tasse, altrimenti è tutto inutile".
Dall’Europa intanto si attende di sapere come il governo compenserà le misure di allegerimento fiscale in via di approvazione.
Ieri all’Ecofin il ministro Tremonti ha rassicurato Almunia che la copertura di sarà. E oggi anche la Bce ha ricordato ai paesi europei con alto debito, tra cui inevitabilmente si ritrova l’Italia, che quella dei conti pubblici resta una priorità e che quindi non si può scherzare con il fuoco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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