Accuse di corruzione La Fifa salva il solito Blatter

La Federcalcio inglese non ci sta. E, in occasione dell’elezione alla presidenza della Fifa, in programma mercoledì 1° giugno, non prenderà parte alla votazione o comunque si asterrà. I suoi dirigenti vogliono vederci chiaro dopo le accuse di corruzione mosse dall’ex presidente della FA, Triesman, al Comitato Esecutivo in merito all’assegnazione del Mondiale 2018 in Russia e di quello 2002 in Qatar. Questione di bustarelle finite nelle tasche di qualche membro eccellente. Di questo tsunami ha fatto le spese uno dei due candidati, il qatariota bin Hammen, che ieri ha annunciato sul suo blog la volontà di ritirarsi dalla corsa. L’altro, l’immarcescibile 75enne Blatter, resta quindi solo in gara, pronto a conquistare il quarto mandato consecutivo e continuare la dittatura cominciata nel 1998. Lui non ci pensa proprio a farsi da parte. E il comitato etico della Fifa, ha detto che non vi sono prove per intervenire nei confronti del presidente. Bin Hammam aveva chiesto al comitato etico di indagare anche Blatter perché sapeva di tentativi di corruzione e non aveva fatto nulla. L’uno e l’altro sono stati chiamati a rispondere di «condotta immorale», ma dopo le audizioni sulle accuse di corruzione, la confederazione mondiale del calcio ha deciso di sospendere temporaneamente Bin Hammam per il periodo dell’inchiesta e di non procedere sul presidente in carica. Il tutto condito da sussurri, grida, spiate e vendette trasversali.
Resta il fatto che la confederazione sportiva più importante della terra rimarrà nelle mani di un personaggio che fa poco o nulla per dare trasparenza al suo operato e a quello della Fifa.

Portare il calcio in Qatar non ha senso sul piano sportivo per via delle proibitive condizioni climatiche e delle temperature altissime. E infatti si dibatte su quando giocare, in estate o in inverno, con il rischio di penalizzare in quest’ultimo caso i più importanti campionati europei. Una sottigliezza.

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