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Acquasola, cittadini offesi da Guastavino

Sentirsi dare del «brigatista» certo non fa piacere. Specie se l’accusa arriva dal presidente del consiglio comunale, Emanuele Guastavino. Il rappresentante della Sala Rossa aveva attaccato i cittadini impegnati nei comitati per la difesa dell’Acquasola, facendo espliciti riferimenti ai tempi e alle modalità del terrorismo rosso per spiegare la strategia usata da chi contesta i nuovi lavori nel cuore di Genova.
I comitati infatti avevano diffuso un volantino riportante i nomi di tutti i consiglieri comunali che avevano «votato a favore del parcheggio che prevede l’abbattimento degli alberi del parco dell’Acquasola». Ventisette nomi, più quelli degli assessori Bruno Gabrielli e Arcangelo Merella, «responsabili» di aver dato la loro approvazione. Una lista che non indica neppure i partiti di appartenenza, ma segnala esponenti di maggioranza e di opposizione che si sono detti favorevoli al progetto sotto accusa.
Emanuele Guastavino aveva reagito a questa denuncia pubblica, definendola «un modo per indicare a qualche esaltato i bersagli da colpire» e citando i tempi delle Br. L’allusione ha scatenato a sua volta la reazione dei comitati di cittadini che hanno definito le parole del presidente del consiglio comunale genovese un gesto «solo solo profondamente scorretto e offensivo, ma vergognosamente strumentale». Per questo i cittadini «diffidano Guastavino a reiterare certe affermazioni».

Spiegano poi le loro scelte: quel volantino con i nomi dei consiglieri che hanno votato per il progetto era solo «un modo per informare la cittadinanza di come operano i loro rappresentanti in Comune». Infine, la richiesta di pubbliche scuse per le gravi accuse rivolte dal presidente della Sala Rossa.

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