Milano come Genova, stessi volti stessi danni, dalle devastazioni del G8 2001 nel capoluogo ligure alle devastazioni dello scorso fine settimana nel capoluogo lombardo.
Fra i 41 fermati per gli scontri di sabato in corso Buenos Aires, nel corso di un presidio antifascita non autorizzato, un deja vu di auto date alle fiamme e vetrine spaccate, spiccano i nomi di alcuni personaggi già noti per i dirodini di Genova, come Marina Cugnaschi e Vincenzo Vecchi. Fra gli altri anche Marta Canidio, 27 anni, arrestata nel 2004 alla stazione di Genova per una rissa con alcuni ragazzi che secondo gli aggressori erano neonazisti ma che si rivelarono invece estranei ai gruppi di estrema destra. Canidio è stata scarcerata perché, ha spiegato ieri il suo legale Mirko Mazzali che difende gran parte degli indagati per gli scontri tra esponenti dei centri sociali e forze dellordine, con unaltra donna e un uomo era stata arrestata in un bar sulla scorta della testimonianza di un passante che laveva indicata come partecipante agli scontri.
Poiché però il passante non è stato identificato, la sua testimonianza è stata ritenuta inutilizzabile. Da qui la scarcerazione.
Sulla scia dei fatti di Milano, ieri in Liguria il capogruppo di An in Regione Gianni Plinio ha presentato una proposta di legge al Parlamento finalizzata al risarcimento dei danni provocati durante cortei e manifestazioni a edifici pubblici e privati, residenziali e commerciali, attraverso il deposito di una cauzione - cui subordinare il rilascio delle relative autorizzazioni - da parte degli organizzatori.
«Le devastazioni gravissime verificatesi sabato a Milano da parte di frange violente dei centri sociali impongono misure particolarmente severe e rigorose a tutela della sicurezza dei cittadini ma anche dei beni pubblici e privati - spiega Plinio -. Genova aveva già provato la furia devastatrice dei no-global violenti durante le drammatiche giornate del G8 del 2001. I costi per le pulizie delle scritte e degli imbrattamenti oltre alle devastazioni e ai saccheggi restano in oggi a carico delle pubbliche amministrazioni e dei privati interessati dagli atti di violenza».
Anche perché, sottolinea il capogruppo di An: «Diversamente da quanto già avviene in altri Paesi europei, in Italia non esiste alcuna possibilità di addebitare i costi degli eventuali danni agli organizzatori delle manifestazioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.