Adriano al San Paolo Moratti e il derby: «I favoriti siamo noi»

Il brasiliano ceduto in prestito fino a giugno: l’Inter incassa un milione e mezzo. Il presidente guarda al Milan: «Questa volta è difficile, perché abbiamo tutto da perdere»

Adriano resta a San Paolo del Brasile, nel centro che gli ha ridato la voglia di stare al mondo e giocare al calcio, accordo per i prossimi sei mesi, ingaggio a carico di Massimo Moratti e parziale contributo del club paulista, giocherà la Libertadores da marzo a luglio e il campionato, forse verrà nuovamente convocato nella Seleçao, poi a inizio stagione 2008-09, rimesso a nuovo e bello come il sole, tornerà in nerazzurro.
Questo lo scenario migliore e auspicabile per l’Imperatore, per l’Inter e per Massimo Moratti che ha dato il suo pieno consenso all’operazione.
«È tutto concordato - ha annunciato il procuratore del brasiliano Gilmar Rinaldi -. Adriano giocherà con il San Paolo per sei mesi». Rinaldi ha raccontato della riunione nel pomeriggio di ieri con alcuni dirigenti interisti durante la quale avrebbe messo a punto il prestito: «I dirigenti dell’Inter - ha spiegato - sono molto soddisfatti del recupero di Adriano. Sanno che sta bene e vogliono che rimanga in Brasile altri sei mesi». Marco Branca e Gilmar Rinaldi hanno chiuso il prestito con un accordo che prevede un contributo di un milione mezzo del San Paolo all’Inter. Adriano percepisce un ingaggio netto di 5,5 milioni di euro a stagione in parte congelati in questo periodo di riabilitazione per stesso volere del giocatore. Rinaldi era partito martedì dal Brasile sicuro che le cose sarebbero andate per il meglio, perché Adriano in questo mese aveva recuperato psicologicamente e questa era la prima preoccupazione di Moratti. Dal centro Reffis di San Paolo, ritenuto all’avanguardia mondiale per il recupero atletico, fisico e psicologico dei campioni, le notizie erano tutte positive. Con lui in Brasile c’è tutta la famiglia che lo aveva seguito in Italia, il fine settimana lo trascorre a Rio, dove è nato e dove sente di tornare uomo. Ammiratori e tifosi lo fermano per le strade, la depressione sembra improvvisamente un ricordo appannato dell’Adriano milanese. Ma, come aveva ricordato Mancini in una delle sue ultime dichiarazioni, solo quando Adriano tornerà in Italia si potrà capire che tipo di progresso avrà compiuto. Non basta una settimana di allenamenti, disse il tecnico nerazzurro, per giudicarlo guarito. Chissà se gli basteranno sei mesi, anche se tutto nuovamente dipende da Adriano. Ora il vento sta girando dalla parte giusta, acclamato dalla tifoseria del San Paolo, invocato come un santo da Carlos Dunga, ct brasiliano senza un centravanti vero in nazionale, atteso dal popolo nerazzurro che ricorda la sua forza devastante. Un quadro perfetto che gli dovrebbe trasmettere dosi massicce di quell’affetto che ha sempre chiesto.
Il San Paolo naturalmente non sottovaluta l’ipotesi di un futuro acquisto definitivo. Un rapporto iniziato con l’impegno a riconsegnare il brasiliano dell’Inter a gennaio pronto per rientrare trionfalmente in lista Champions per il finale di stagione, si è già trasformato in una permanenza che si prolunga per atri sei mesi. Il vice presidente del club paulista Joao Paulo Jesus Lopes, che aveva subito spinto per il prestito, ha già avanzato l’ipotesi che se l’Inter vuole veramente la felicità del suo giocatore gli deve concedere il beneficio della scelta finale. E a quel punto saprebbe lui come intervenire per pilotare gli sviluppi futuri. Il Brasile, con il tramonto di Ronaldo e la mancata maturazione di altri attaccanti emergenti, sta puntando molto su Adriano, solo 25 anni, il centravanti che lo può riportare in finale in Sud Africa passando per la prossima Coppa America.
Moratti ha quasi spinto verso questa soluzione, all’interno dello spogliatoio Adriano non era un problema ma la sua presenza era di fatto ingombrante. Il presidente spera di ritrovare il centravanti che si è comprato due volte e nel quale ha sempre creduto.

Non ha chiesto tempo, ha capito subito che per la tranquillità di Adriano restare in Brasile era la medicina migliore. Ma anche lui ha una scommessa che vuole vincere: Adriano a giugno.
E intanto pensa al derby di domenica: «Difficile - ha detto -, perché lo giochiamo da favoriti». E non sembrava così preoccupato.

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